“Conquiste dal Lavoro” prende in analisi il recente studio First Cisl sui positivi risultati delle primarie banche italiane sottolineando con il titolo un’evidente contraddizione “Bilanci a gonfie vele ma allora perché tagliano”. “
“Prima di piangere miseria, meglio guardare i conti – sottolinea il quotidiano romano -. L’avvertimento riguarda le banche italiane per l’esattezza le Big Four, le quattro più grandi ed a lanciarlo è la First. Analizzando i bilanci dei primi nove mesi dell’anno, il sindacato dei bancari della Cisl è arrivato alla conclusione che gli affari per Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm e Ubi vanno a gonfie vele: sei miliardi di utili nel complesso, il 17% in più rispetto ad un anno fa al netto delle poste straordinarie. Nemmeno le avversità sui mercati e l’incertezza del quadro politico sembrano costituire una minaccia. Pur avendo preso in considerazione lo scenario peggiore previsto dagli stress test per quanto riguarda i tassi dei Btp decennali, le Big Four si sono dimostrate in grado di assorbire senza problemi i 3,4 miliardi dell’impatto sui patrimoni che deriverebbe dall’innalza mento dei rendimenti”.
A “Conquiste del lavoro” il segretario generale di First Cisl Giulio Romani dice: “”ci tocca dare ragione ai banchieri: il sistema è solido e redditizio ma allora perché continuano imperterriti a tagliare personale e filiali?”.
“Una domanda – rimarca il quotidiano laziale – che pesa in tempi di rinnovo contrattuale. Il contratto nazionale dei bancari è scaduto il 30 giugno di quest’anno, ma le parti hanno concordato una proroga di sei mesi. E’ chiaro che i sindacati intendono far pesare i numeri al tavolo di trattativa”. “Nell’ultimo anno Intesa, Unicredit, Banco Bpm e Ubi hanno tagliato 12.300 posti di lavoro e 1.260 sportelli, diminuendo dell’8,4% il servizio ai territori, in barba ai loro doveri sociali”, fa notare Romani.
L’indagine condotta dal sindacato rivela che il costo del lavoro ha avuto un impatto inferiore sui bilanci. Le cifre sono incontrovertibili e sulle stesse interviene il responsabile dell’ufficio studi di First Cisl, Riccardo Colombani, che le ha elaborate: “Se guardiamo al contributo offerto dal lavoro bancario ai conti di Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm – dice – vediamo che i 13,6 miliardi di gettito commissionale continuano ad attestarsi intorno al 45% del margine primario totale delle quattro banche, che ha raggiunto i 30,3 miliardi”. In sintesi, scrive “Conquiste del lavoro”, “il costo del personale ormai assorbe solo il 33% dei proventi operativi, contro il 36% di un anno fa. In tutto, il margine primario vale 2,6 volte il totale delle spese per il personale e le sole commissioni nette coprono 1,2 volte i salari”.
“Le commissioni nette per dipendente – conclude Colombani – sono salite in un anno da 55 a 58 mila euro, ogni filiale oggi mette insieme quasi 1 milione di euro di gettito commissionale netto, il 9,5% in più di un anno fa”. La produttività è altissima: non ci vengano a dire che nell’imminente rinnovo contrattuale non c’è spazio per riconoscere ai lavoratori il loro contributo determinante al risorgimento del sistema bancario italiani negli anni della crisi”.