Il Messaggero, su proroga ccnl Abi è braccio di ferro, il parere di Romani

“Bancari, sulla proroga del contratto è braccio di ferro tra Abi e sindacati”: titola così un ampio articolo pubblicato dal quotidiano Il Messaggero sulle proprie pagine dell’Economia. “Si profila un nuovo braccio di ferro tra l’Abi e i sindacati di categoria – scrive il quotidiano (l’articolo è siglato r.dim.) sul rinnovo del contratto dei 280 mila bancari in scadenza il 31 dicembre 2018. Due giorni fa a Milano, secondo quanto ricostruito dal Messaggero a margine del congresso Acri, si sarebbe tenuto il comitato di presidenza Abi per fare il punto rispetto alla proposta avanzata per iscritto dall’Associazione il 28 maggio ai sindacati di prorogare la validità del contratto di un anno. Un eventuale disdetta andrebbe fatta entro il 30 giugno. La proroga è stata messa sul tavolo perché nell’ambito Abi ci sono da rinnovare gli organi tra cui la presidenza del Casl, Comitato per gli affari sindacali e del lavoro, oggi retta da Omar Lodesani che tra l’altro ha lasciato Intesa Sanpaolo a dicembre scorso per raggiunti limiti di età. Inoltre, a ottobre si svolgerà il congresso della Fisac-Cgil per rinnovare a sua volta il vertice. Va detto che la Fabi ha subito respinto la richiesta di proroga: «Non vogliamo regalare un anno di aumenti economici alle banche». Uilca ha invece aperto alla possibilità di avere più tempo. Dice a sua volta il leader First-Cisl Giulio Romani: «C’è utilità di avere un periodo di tempo maggiore che permetta di riformare il contratto del credito». Viste le diverse posizioni, si sarebbe deciso che qualora non si giungesse a una composizione della controversia, l’Associazione procederebbe con la disdetta e relativa disapplicazione della normativa: la decisione verrà però presa dall’esecutivo di mercoledì 20 sulla scorta della risposta dei sindacati del 12. Va ricordato che a settembre 2013 l’Abi decise di disdettare unilateralmente il contratto. I sindacati indissero un giorno di sciopero nazionale a Milano. Il risultato fu che venne concordata la proroga dei termini di preavviso per la disdetta del contratto. Il contratto era scaduto il 31 dicembre 2013 sicché gli effetti del rinnovo decorsero dall’1 gennaio 2014, tanto che la firma fu apposta solo a marzo 2015 sebbene con effetti retroattivi. «L’artificio giuridico potrebbe essere utilizzato anche oggi», spiega Romani, molto considerato tra i banchieri. Tornando al Casl, i giochi sono aperti. In un primo tempo sembrava avanzare la candidatura di Rosario Strano, capo del personale di Intesa Sanpaolo e successore di Lodesani nella banca milanese. Strano era sostenuto dalla Fabi. Adesso sta spuntando un altro nome: Salvatore Poloni, condirettore generale di Banco Bpm, ma tutto dipende dalla posizione che prenderanno le grandi banche, a cominciare da Intesa. Sul tavolo ci sono i rinnovi delle retribuzioni di impiegati, quadri e dirigenti oltre all’accordo sulle relazioni industriali. Lo stipendio medio lordo di un dipendente si attesta a 37 mila euro”.