In un recentissimo articolo pubblicato su Repubblica.it, Maurizio Ricci spiega perché a suo avviso il mondo del lavoro non dovrebbe temere l’avvento dei robot. Nell’articolo, dal titolo “Robot, la paura di un terremoto nel lavoro. Ma i numeri dicono che si può convivere con l’innovazione”, si traccia un’analisi molto puntuale di quello che sta avvenendo partendo da uno studio di McKinsey secondo cui, da qui al 2030, fra i 400 e 800 milioni di persone in tutto il mondo dovranno cercarsi un lavoro diverso. La causa sarebbe la spinta causata dall’innovazione che caratterizza sempre più il mondo del lavoro. In Europa parliamo della metà dei lavoratori attivi.
Ricci si basa sull’osservazione di quanto avviene oggi negli Usa, Paese che vive una forte ripresa economica. Una filiale bancaria che un tempo aveva bisogno di 21 dipendenti, adesso può andare avanti con 13, ma meno addetti significa meno costi e dunque diventa conveniente aprire nuove filiali. Negli altri settori accade lo stesso. In Usa le compagnie aeree impiegavano, nel 1997, quasi 648 mila persone. Oggi, con tutti i software e le automazioni introdotte, gli addetti sono 696 mila.