“La Cisl nella sua totale autonomia ha ritenuto di attirare l’attenzione su alcune questioni nodali per il Paese. Vorremmo che diventassero elementi di discussione di programma”. Così Annamaria Furlan, oggi a Roma, all’Auditorium di via Rieti, illustrando insieme alla Segreteria confederale i punti essenziali delle proposte per il buon governo e lo sviluppo economico dell’Italia. “Vogliamo dare il nostro contributo in autonomia, come abbiamo sempre fatto. Non si va da nessuna parte con l’autosufficienza della politica. Occorre il dialogo sociale e la ricerca del massimo consenso sulle decisioni da intraprendere. Europa, lavoro, fisco, politiche sociali e una maggiore tutela dei nuclei familiari, un ventaglio di proposte concrete e realizzabili” ha detto Furlan richiamandosi al monito al realismo lanciato dal Presidente Mattarella alla politica. “Bisogna dire la verità agli italiani, la campagna elettorale è una possibilità straordinaria che i protagonisti hanno per fare un’analisi reale e vera per fare delle proposte agli italiani. Credo che parlare con un linguaggio di verità e dire alle persone come stanno le cose e cosa si vuole fare per cambiare in meglio, sia una cosa che paga. Il consenso passa attraverso una verifica delle parole e azioni coerenti”.
In sostanza per Furlan “occorre una vera agenda di Governo espansiva che non punti a cancellare ciò che è stato fatto negli anni precedenti. Il lavoro e la sua tutela rappresentano la prima e la più grave questione sociale del paese, come ha detto il presidente della Repubblica in un chiaro contesto europeo di riferimento. Anche un aumento sconsiderato del debito pubblico andrebbe a pesare ancora una volta su quelle future generazioni, a cui di debito ne abbiamo già tanto da mettere sulle spalle. E’ un modo un po dilettantistico di affrontare il tema le regole quando ci sono vanno rispettate, semmai iniziamo un confronto serio sull’attualità di quelle regole. Il tema non è il rispetto o no delle regole, ma come ne rivisitiamo alcuni aspetti riuscendo a coniugarle con l’Europa. Per ragionare in questo modo dobbiamo essere europeisti convinti. La “linea di demarcazione europea è decisiva per la campagna elettorale in corso come lo sarà l’esito delle politiche 2018, che decideranno se il nostro Paese sarà o meno protagonista di un’Europa più forte e unità. Al potere illusorio di sovranità nazionali coltivate dai nazional-sovranismi bisogna opporre l’obiettivo degli Stati uniti d’Europa”.
“Abbiamo bisogno di un patto forte tra politica e parti sociali sugli investimenti, sulla nuova politica industriale rispettosa dell’ambiente, sulle competenze e sull’innovazione tecnologica – ha proseguito Furlan. Favorire dunque una maggiore crescita economica del paese per creare così occupazione per i giovani ponendo l’accento anche sulla necessità di valorizzare il fattore umano, di far decollare finalmente le politiche attive del lavoro ed una vera alternanza scuola- lavoro in modo da incrociare la domanda con l’offerta dei nuovi lavori”. Ed ancora: “formazione 4.0 per i lavoratori per avere una maggiore qualità in tutte le aziende ed in tutti i settori produttivi. “La politica deve agevolare questo percorso e questi obiettivi proseguendo sulla strada del dialogo e dei patti regionali e territoriali, in cui tutti i soggetti assumano impegni reciproci. Il sindacato deve fare la sua parte, come già sta facendo in tante aziende”. Inoltre “una riforma fiscale che dia una spinta forte a tutto il sistema economico e produttivo”; quanto al welfare “un patto per la natalità, aumentando anche le risorse per contrastare la grande area di povertà presente nel Paese”.
Ma per la Segretaria generale della Cisl occorre anche “ricomporre le antiche fratture occupazionali, sociali ed infrastrutturali tra il Nord ed il Sud (un tema finora completamente assente nella campagna elettorale italiana) superando tutti quei veti politici, burocratici e culturali che ostacolano la costruzione trasparente e rapida delle opere pubbliche” perché “l’Italia torna a crescere se lo sviluppo riparte in tutte le zone del Paese, a partire dal Sud e dalle aree più deboli”. Il tema della crescita del Mezzogiorno e del riequilibrio territoriale per la Cisl “va affrontato come una ‘questione nazionale, come più volte ci ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In questi ultimi anni qualcosa si è mosso al Sud” ha detto ancora Furlan citando come esempi la conferma del credito di imposta, la decontribuzione rafforzata al 100% delle assunzioni per le otto regioni del Sud, le Zone economiche speciali “misure importanti, fortemente volute dalla Cisl. Ora occorre una politica espansiva nel Sud, rafforzando la fiscalità di vantaggio per ridare fiato agli investimenti, alla produzione industriale, al terziario ed alle eccellenze, valorizzando il grande patrimonio culturale e naturalistico. Bisogna progettare bene e spendere meglio – e con maggiore trasparenza – i fondi europei e nazionali per le infrastrutture, sostenendo il completamento del Masterplan. Per fare tutto questo occorre un percorso condiviso tra i soggetti coinvolti – governo centrale, Regioni, parti sociali – superando i veti burocratici e le polemiche degli ultimi tempi”.
“Nei prossimi giorni – ha poi ricordato la leader della Cisl – speriamo di chiudere l’accordo con Confindustria sul nuovo sistema contrattuale che potrà incidere con una forte alleanza tra imprese e sindacati per il rilancio della produttivita’ e dei salari, puntare sulla partecipazione dei lavoratori, stimolare lo sviluppo di nuove attivita’ produttive e dell’occupazione nel sud”. Circa poi l’evoluzione del confronto con Cgil e Uil, “l’unità sindacale è sicuramente fondamentale per ottenere maggiori risultati nella nostra azione. Un’unità sindacale concreta, con proposte chiare e obiettivi raggiungibili, senza egemonie e veti, ma nella consapevolezza che esistono in Italia diverse culture e specificità sindacali che vanno conciliate con grande senso di responsabilità”.