Pensioni firmato il decreto, Furlan “la nostra battaglia non è finita”

Lunedì 4 settembre il Presidente del Consiglio dei Ministri Gentiloni ha firmato il decreto recante norme attuative delle disposizioni in materia di anticipo finanziario a garanzia pensionistica – la cosiddetta Ape volontaria.

Il decreto deve ora essere registrato alla Corte dei Conti e successivamente dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L’effettiva entrata in vigore delle norme decorrerà dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Inoltre, affinché le disposizioni siano effettivamente operative, saranno necessari gli Accordi Quadro tra il Mef, il Ministero del Lavoro e l’Abi (Associazione bancaria italiana) e l’Ania (Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici) che dovranno essere stipulati entro 30 giorni dalla entrata in vigore del decreto.

“L’Ape volontaria insieme alla Rita sono un ulteriore strumento che le persone, appunto volontariamente, potranno utilizzare se lo riterranno conveniente. Dopo il varo dell’Ape sociale e della pensione anticipata per i lavoratori precoci, la eliminazione delle ricongiunzioni onerose, la nostra battaglia non è finita per correggere le orribili storture della riforma Fornero, sospendere l’innalzamento del requisito pensionistico in base alla aspettativa di vita e modificare, dunque, nel segno dell’equità e della solidarietà tra le generazioni il sistema previdenziale”: lo sottolinea la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, commentando la firma del decreto.

È importante ricordare che l’Ape volontaria non è una pensione, ma un prestito che deve essere restituito sulla futura pensione. L’Ape volontaria può essere richiesta, anche in presenza di rapporto di lavoro, da chi raggiunga i requisiti per la maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi dalla data della domanda, tenuto conto degli adeguamenti alla speranza di vita, cioè abbia oggi come minimo 63 anni di età e 20 anni di contributi e l’importo della futura pensione non sia inferiore a 1,4 volte l’importo del trattamento minimo al netto della rata di ammortamento del prestito.

Il decreto opportunamente precisa che coloro che hanno maturato i requisiti tra il 1 maggio 2017 e la data di entrata in vigore del decreto potranno richiedere entro 6 mesi da tale data la corresponsione di tutti i ratei arretrati maturati. La richiesta di Ape volontaria prevede vari passaggi: la domanda di certificazione del diritto all’Ape da presentarsi in via telematica all’Inps direttamente a cura dell’interessato o tramite il Patronato; l’attesa dell’esito da parte dell’Inps; l’effettiva domanda di Ape volontaria una volta ottenuta la certificazione. Tale domanda dovrà ricomprendere la proposta del contratto di finanziamento, del contratto di assicurazione e l’istanza di accesso al fondo di garanzia. Inoltre contestualmente deve essere presentata la domanda di pensione di vecchiaia. L’importo dell’Ape (minimo 150 euro mensili) varia in relazione al numero di mesi per i quali viene richiesto. Il finanziamento può anche essere estinto in anticipo, totalmente o in parte, in ogni caso non si ripercuote sulla pensione ai superstiti in caso di premorienza poiché l’assicurazione è finalizzata a coprire questo rischio.

Il Patronato Inas-Cisl è a disposizione per gestire le richieste di informazioni e la consulenza.