È l’equità il filo conduttore dell’intervento dell’ex premier Romano Prodi al Congresso nazionale della Cisl: “Il sindacato – ha afferma – sia protagonista della lotta per l’equità: senza il sindacato la centralità del mondo del lavoro non esiste. Nel nostro Paese è totalmente accettata l’enormità delle disuguaglianza: non reagisce più nessuno al fatto che un operaio guadagni 300 volte in meno di un alto dirigente. Ricordo che 35 anni fa, quando parlai di un divario salariare di 30 a 1, ricevetti tantissime lettere di approvazione”. Ma contro la disuguaglianza nel lavoro per Prodi “serve la necessità della rinascita della politica: il poco lavoro che c’è va distribuito secondo un assetto complesso. E bisogna parlare di cose scomode. Sento parlare di aliquota unica. Allora abbiamo perduto l’anima. Facciamo pagare il 45% a chi prende 20mila euro come a chi guadagna 20 milioni. Dove andiamo a finire?”.
“Oggi faccio sostanzialmente il predicatore”, dice, “O l’Europa si impegna insieme, o il mondo del lavoro continuerà a soffrire e molto. I cambiamenti che si stanno verificando nel mondo del sono forti e non diminuiranno di intensita’ e l’euro rimane l’unico strumento che abbiamo in mano per costruire il nostro futuro. Realizzare l’Europa e mettere assieme, nella pace, tanti Paesi è uno sforzo lungo, difficile e che richiede tempo. L’Europa ha portato una pace stabile nel continente e, dunque, se si vuole realizzare l’unità, raggruppare il continente per il nostro futuro – ha concluso – dobbiamo fare questo sforzo”.
Un lungo applauso quello che la platea del Congresso ha dedicato a Romano Prodi. E Annamaria Furlan, ringraziandolo per la partecipazione si è rivolta a lui sottolineando come sia per la Cisl “grande amico”. “Abbiamo sempre ammirato – ha detto Furlan – la sua capacità di tenere insieme i sindacati, il Paese e l’Europa e la sua capacità di fotografare la situazione economica e sociale”.