“Modelli innovativi di welfare” è il titolo della tavola rotonda svoltasi nell’ambito dei lavori della seconda giornata del XVIII Congresso Cisl in corso al Palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma. Al confronto, moderato dalla giornalista di RaiNews24 Giuliana Palmiotta, hanno preso parte Gian Carlo Blangiardo, ordinario di demografia Università Bicocca di Milano, Mauro Magatti, ordinario di sociologia Università Cattolica di Milano e Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore.
“Siamo tornati un Paese di emigranti”, ha sottolineato Blangiardo nel suo intervento, osservando che occorre prendere coscienza dell’altra crisi: quella demografica. Il tasso di natalità mai sceso così in basso è più basso che durante le due guerre – fa notare . Soluzione l’immigrazione? – ha osservato – “Non è sufficiente a fermare la dinamica in atto, perché “anche gli stranieri registrano un numero di nati in diminuzione” .
Quali scenari dunque si prospettano per il welfare? A fronte di questi andamenti cambia la struttura dell’età della popolazione”. Secondo Blangiardo “il vero grande problema del futuro sarà la sanità. Gli ultra90enni, oggi 700mila, nel 2060 saranno 2.500.000, da assistere.
Magatti si è soffermato invece sul ruolo del sindacato. “Il sindacato del XXI secolo è per una società inclusiva. L’idea che abbiamo coltivato negli ultimi 25 anni, e cioè che il welfare sia una combinazione tra diritti individuali che aumentano e una capacità del sistema di fornire servizi sempre più grandi ed estesi, non sta più in piedi oggi e non starà in piedi in futuro. Il welfare – ha proseguito – è nato in occidente nel secolo scorso con l’idea che noi siamo parte di una comunità, è nato sul principio di legame sociale. Per Magatti occorre “essere innovativi e tornare all’idea che il welfare è l’enzima che costituisce il legame sociale, e dobbiamo poi declinarlo nella situazione attuale. Se non cambiamo questo schema siamo perduti. La crisi ci offre una occasione: uno scambio sostenibile-contributivo tra interessi economici e finanziari. Il welfare contrattuale deve essere sempre più rivolto al benessere sociale. Non dobbiamo più produrre solo beni, ma valore comune, qualità condivisa, incluso il welfare inclusivo. E in questa partita il sindacato gioca un ruolo determinante. Oggi il tema è il legame sociale, e il sindacato deve porsi la domanda di come essere un soggetto capace di fare mediazione”.
“C’è la necessità di avere politiche favorevoli alle giovani generazioni“ ha detto dalla sua Claudia Fiaschi, Portavoce Forum del Terzo Settore. “Non solo politiche che creino e favoriscano il lavoro, la formazione, la conciliazione, la casa – tiene a sottolineare – ma anche agevolazioni fiscali, agevolazioni ai consumi giovanili, accesso ad alcuni servizi, a partire dalla banda larga. Un tema – prosegue – è quello di ripensare i linguaggi, per ricostruire e favorire la loro partecipazione nelle organizzazioni”. I migranti? Altra questione che “va colta non solo come accoglienza ma occasione di sviluppo”.
Altro tema cruciale – sottolinea – è il contrasto alla povertà e l’adozione di politiche attive quale unica strada per ridurre e riportare al centro il talento delle persone attive, un tema questo, che è stato centrale negli incontri con il Governo. Per Fiaschi “la sfida è il tema della sussidiarietà circolare, dove tutte le componenti devono fare la propria parte, in un patto di cittadinanza condiviso”. Ed ancora: welfare pubblico, welfare aziendale integrato, ed un welfare di prossimità come l’esempio concreto del progetto Antenne sociali di Anteas. Un contributo importantissimo che permette e favorisce una vicinanza umana e solidale che caratterizza il volontariato”.