Banche venete, “sollevati, ma si istituisca il reato di disastro bancario”

“La positiva soluzione raggiunta in extremis, grazie alla disponibilità di Intesa Sanpaolo, consente al Paese di tirare un sospiro di sollievo ed evidenzia la completa carenza di un progetto di sistema a salvaguardia del settore finanziario italiano e, conseguentemente, dell’economia nazionale”: così Giulio Romani, segretario generale di First Cisl, in relazione alla vicenda delle banche venete.

“È ora necessario – prosegue Romani – che politica, nazionale e europea, e parti sociali si incontrino al più presto per ricostruire insieme un progetto di sistema, per evitare altri disastri e approntare soluzioni strutturali in grado di far fronte ad eventuali ulteriori difficoltà senza dover ricorrere, ogni volta, alla sperimentazione di soluzioni da zona Cesarini, sempre più difficili da praticare, tanto più con arbitri indisponibili a concedere tempi supplementari. I manager responsabili della dilapidazione di incommensurabili ricchezze del Paese siano colpiti da azioni di repressione commisurate al danno prodotto: chiediamo al Parlamento di istituire il reato di disastro bancario con specifiche aggravanti previste per i casi di danno al risparmio privato, di danno all’occupazione e di eccesso di retribuzione”.

“La fiducia che siamo certi di poter riporre nella sensibilità sociale del gruppo Intesa Sanpaolo, dimostrata anche con la decisione di rimborsare interamente gli obbligazionisti subordinati – conclude Romani -, ci sostiene nella certezza che, nonostante i diktat della signora Vestager, non ci saranno licenziamenti e, pur con inevitabili disagi che ci vedranno in prima linea nella futura trattativa, i dipendenti non dovranno pagare con il loro posto di lavoro la responsabilità altrui”.