In arrivo l’onda furiosa dei robot, che fine faranno i lavoratori?

Pare che molto presto i robot affiancheranno i bancari nelle loro attività quotidiane. Non si tratta più di segnali sporadici ma, ormai, di un’onda furiosa che sta per abbattersi sull’intero settore, dall’assistenza alla clientela al back office.

In BNL-Gruppo Bnp Paribas i robot sono stati già acquistati ed entreranno in funzione entro due anni. Oggi c’è la notizia di Deutsche Bank che dichiara di gestire già il 40% della relazione con la clientela tramite Watson, come si legge su Repubblica.it in un articolo dal titolo: “Deutsche Bank-Ibm, la banca “sposa” l’intelligenza artificiale“, a firma di Andrea Frolla.

Dei big bancari mondiali e domestici si aspetta solo l’annuncio ufficiale ma ormai è evidente che l’intelligenza artificiale, applicata ai processi più ripetitivi e faticosi, sarà affidata sempre più ai robot.

Ma non sarà un derby che per forza di cose vedrà perdenti i dipendenti. Proverà a spiegarlo Maria Chiara Carrozza, ex ministro, docente universitaria di bioingegneria industriale e già rettore della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, in un incontro pubblico indetto per il prossimo 22 gennaio, alle ore 18 nell’auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca a Lucca. Per l’ex ministro “I robot, fino ad oggi semplici supporti industriali, si stanno inserendo nella società e sempre più si connettono, interagiscono e spesso riescono a sostituire gli esseri umani. Si tratta di una nuova era, uno sviluppo inarrestabile i cui effetti saranno tangibili già nei prossimi cinque, dieci anni”. Per approfondire l’argomento basta leggere l’articolo pubblicato da gonews.com dal titolo “I robot e noi, parla l’ex ministro Carrozza: rivoluzione in 5-10 anni” in cui, appunto, si annuncia l’arrivo massiccio dei robot. “Le molteplici funzioni e possibili utilizzi dei robot miglioreranno la qualità della vita generale”, si legge nell’articolo.

Ma i giovani devono temere la competizione con i robot? Assisteremo ad una notevole riduzione dei posti di lavoro? “Difficile dirlo adesso”, risponde la professoressa Carrozza.