Credito al consumo in Toscana. Il Tirreno: “Siamo pieni di debiti”

 

Così titola il quotidiano nell’articolo di Francesco Paletti analizzando i dati del credito al consumo nella nostra regione. Quasi 1,5 miliardi di euro di prestiti erogati in un anno. L’allarme di First Cisl: famiglie troppo esposte.

 

 

I dati di Assofin , l’associazione dei principali operatori bancari e finanziari del credito al consumo e immobiliare, indicano una crescita del 2,1% in un anno. In crescita dell’ 8,8% i prestiti personali “non finalizzati”, per i quali non è necessaria la motivazione della richiesta e del 5,3 % quelli garantiti dalla cessione del quinto dello stipendio o della  pensione, sempre secondo i dati Assofin, che prendono a riferimento solo i nuovi prestiti erogati fra il primo trimestre del 2024 e quello del 2025.

La Fondazione Fiba di First Cisl, nell’analisi effettuata nel mese di Luglio sul credito al consumo, ha incluso anche i prestiti erogati da più tempo, ma che a marzo 2025 risultavano ancora  in essere in quanto non completamene saldati.

Ecco quanto dichiarato dal segretario generale First Cisl Toscana Marco Lenzini intervistato sulle colonne de “Il Tirreno”sul tema del credito al consumo nella nostra regione riprendendo l’analisi  effettuata dalla Fondazione Fiba .

Molise  a parte, la Toscana è la regione italiana nella quale l’ammontare complessivo dei prestiti è cresciuto di più nel primo trimestre del 2025: “+1,40% contro una media nazionale pari al +1,07%. Si tratta di un incremento che segue quello di fine 2024 quando in Toscana  la crescita era stata del 7,1% contro un aumento medio italiano del 5,3%” ha dichiarato il segretario generale First Cisl Toscana Marco Lenzini.

“La prima preoccupazione è che questi aumenti vadano ad alimentare il sovraindebitamento delle famiglie fragili dei nostri territori, a cominciare da quelle più anziane se è vero che una quota crescente di prestiti è erogata a nuclei over 65” ha proseguito poi Lenzini.

“Chiediamo un maggior impegno da parte delle istituzioni regionali nel far luce sul fenomeno: non vorremmo che questi prestiti andassero a finanziare le spese per la salute di coloro che, date le difficoltà della sanità pubblica, hanno deciso di rivolgersi al privato” ha dichiarato infine Lenzini a conclusione dell’intervista.

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