I nuovissimi dati del nostro osservatorio sulla desertificazione bancaria parlano chiaro, le banche stanno abbandonando i territori in tutta Italia. O meglio… li hanno già abbandonati da tempo, ma stanno completando l’abbandono, nonostante l’aumento dei tassi di interesse abbia reso nuovamente necessaria la raccolta (e pure il collocamento) del denaro di famiglie e imprese.
“Banche, la mappa delle province italiane: trovare uno sportello è più facile a Barletta che a Milano”, così recita l’introduzione del recentissimo studio di First Cisl. Ma aldilà delle parole, la realtà è davvero questa… o persino peggio?
Secondo noi di First Cisl Sardegna la realtà è assai peggiore perché a quanto abbiamo appena riportato va doverosamente aggiunta una tremenda considerazione, ossia che il dato geografico difetta della difficoltà che vi è nei piccoli centri di spostarsi verso uno degli sportelli bancari sopravvissuti. Non solo! Va aggiunta anche la considerazione che il dato del numero di abitanti della cinta urbana va incrociato con quello dimensionale dei piccoli centri.
A nulla ci aiuta sapere che in Sardegna è stato chiuso lo sportello di Ruinas (OR) perché “tanto c’è aperto quello di Samugheo. Infatti, dietro al numero complessivo di abitanti e alla presenza “nei dintorni” di uno sportello, c’è la tragica realtà delle infrastrutture sarde, assolutamente deficitarie e persino assenti quando si parli di collegare i piccoli centri. Da noi 10-15 km possono assumere un rilievo grottesco se si pensa a come sono le nostre strade interne. Ben diversa è la realtà di Milano che pur avendo percentualmente meno sportelli di certe aree sarde, ha certamente un’enorme vantaggio infrastrutturale, per cui raggiungere uno sportello bancario in metropolitana è certamente alla portata di ogni cittadino. E così pure accade nella provincia dei centri del nord… per loro ci sono sempre le autostrade o altri collegamenti perfettamente funzionanti.
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In Sardegna, poi, oltre a tutte queste considerazioni si deve aggiungere che il danno dello spopolamento bancario si somma alla ormai storica assenza di ogni altra istituzione, quali negozi, tabacchini, scuole, caserme delle forze dell’ordine e altro ancora.
Insomma, la nostra ricerca evidenzia un dato tragico che deve far riflettere, ma noi sardi sappiamo che l’apparente vantaggio di certe nostre zone è solo teorico, legato all’utilizzo dei flussi di numeri, ma per niente pratico.
Ed ecco che, come ben sappiamo noi che siamo sulle barricate da non meno di 10-15 anni, la situazione in Sardegna è assolutamente tra le peggiori in assoluto se la si osserva incrociando dati numerici, ma anche sociali e infrastrutturali.
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