La Sardegna al 3° congresso nazionale First Cisl

First Cisl Sardegna esprime soddisfazione per l’esito del recente congresso nazionale  ( link ai contenuti del congresso ) al quale ha partecipato, a vario titolo una dozzina di dirigenti sindacali dei vari territori sardi.

Il nuovo Consiglio Generale vede la presenza di cinque consiglieri sardi: Ettore Erriquez, Salvatore Porcu, Enrico Coni, Efisio Paulis e Maurizio Loni, ai quali la segreteria regionale  porge le congratulazioni e i migliori auguri di buon lavoro.

Nel corso del congresso, dopo l’esaustiva relazione del segretario generale che ha messo in evidenza tutti i punti di attenzione rilevanti sul tema cardine del congresso: “una cultura nuova per lo sviluppo del lavoro”, First Cisl Sardegna ha dato  il proprio contributo partendo dal motto, utilizzato nel proprio congresso regionale: “Uniti e consapevoli” due elementi ben rappresentativi: l’unità nell’essere squadra coniugato con quello della consapevolezza.

Consapevolezza dell’ambiente in cui ci si muove, delle strategie che le aziende adottano, delle tecniche anche molto raffinate con le quali le aziende in genere tentano, a volte riuscendoci purtroppo, di far passare    politiche di risultati a breve termine, che puntualmente realizzano tuttavia un impoverimento per il territorio.

Consapevolezza di essere parte debole nel rapporto con la controparte datoriale e ciononostante conservare la determinazione di perseguire il giusto riequilibrio delle istanze di lavoratrici e lavoratori nei confronti delle aziende. 

Consapevolezza infine, di dover percorrere anche la strada della creatività, dell’istinto, della genialità  e della “sana follia”; quella che tecnicamente si chiama “pensiero laterale” per venire a capo di situazioni che altrimenti metterebbero a dura prova la difesa di lavoratrici e lavoratori. 

C’è una domanda inespressa di rappresentanza sindacale da parte di colleghe e colleghi, che chiede soluzione pratica di problemi, di necessità di assistenza, di tutela. Si tratta di problemi veri, tangibili,  che necessitano di interventi pragmatici che noi siamo in grado di attuare. Domande alle quali dobbiamo dare  risposte concrete e fattive.

In quanto CISL, siamo un sindacato concreto, non ideologico, svincolato dalla politica, che fa contrattazione, tutele ed eroga servizi con una idea molto semplice, quella d’essere un semplice sindacato dei lavoratori.

Uno dei temi fondamentali è quello relativo a  salute e  sicurezza, in particolare nel nostro settore dove vengono in evidenza i c.d. rischi ‘psico-sociali’ e in particolare lo stress da lavoro-correlato, subdoli e particolarmente pericolosi per le loro conseguenze sulla salute fisica e psicologica dei lavoratori e delle lavoratrici e rappresentano una delle questioni più complesse per chi si occupa di sindacato. Un tema  direttamente connesso con le pressioni commerciali ma attenzione, anche con azioni di tipo manipolatorio nei confronti di lavoratori e lavoratrici.

L’altro argomento di grande rilevanza  è  quello della digitalizzazione, della  IA e delle nuove forme di organizzazione del lavoro. La persona  è sempre meno considerata; il lavoro non è più al centro dell’attenzione, al suo posto c’è la finanza e il digitale sembra quasi fatto apposta per peggiorare questa condizione. Il lavoro non sembra più un punto fermo nell’opinione pubblica,  come peraltro dovrebbe secondo la nostra costituzione che lo mette a fondamento della stessa repubblica.

L’intelligenza artificiale, le cosiddette reti neurali (meccanismi di auto apprendimento dei sistemi informatici), unitamente alla crescita esponenziale delle capacità e della velocità di calcolo sono una novità assoluta, sono temi non facili da gestire eppure va fatto. Necessaria  dunque l’immediata convocazione della cabina di regia e la trattazione in quella sede specifica, al più alto livello, di queste tematiche cruciali.

C’è il tema grave del cosiddetto contratto misto, un rapporto di lavoro che combina un’attività subordinata e un’attività autonoma. Una modalità che, nata a suo tempo come sperimentazione, è evidentemente fallita in quanto risulta che i lavoratori interessati abbiano successivamente  in genere utilizzato l’opzione di inserimento a tempo pieno come lavoro dipendente. Eppure non solo il gruppo ISP  insiste con quella modalità ma questa ora si estende ad altri istituti di credito. “Lo dico chiaro, – afferma il segretario generale First Cisl Sardegna Ettore Erriquez – queste dinamiche non le condividiamo, anzi le avversiamo. Non dobbiamo innanzitutto dimenticare che noi siamo  un sindacato di lavoratori dipendenti e questo ci rende chiaramente e orgogliosamente di parte” aggiungendo che una dinamica come quella citata, che continuasse a espandersi, rischierebbe  di ingenerare impatti negativi anche sul sistema di previdenza sociale e sulle attività che dall’INPS vengono svolte a sostegno del reddito.

E c’è il fenomeno drammatico della desertificazione bancaria che da noi aggrava lo spopolamento dei territori, soprattutto della fascia centrale e interna dell’isola. 

“Tutto ciò è paradossale perchè proprio la tecnologia e in particolare l’informatica, la digitalizzazione ecc. potrebbero e dovrebbero favorire anche i territori più isolati ma inspiegabilmente non sono poche quelle  che non possono contare  la presenza di lavorazioni evolute. Ciò non ha alcuna giustificazione” prosegue Erriquez. 

 Questo tema è stato ripreso e approfondito minuziosamente nell’intervento del segretario territoriale di Cagliari, Enrico Coni, il quale ha denunciato una “questione meridionale e insulare” anche nel settore finanziario, dove ci sono intere regioni, come in particolare la Sardegna, unica isola realmente isolata, che sono puntualmente escluse dal novero di quelle che possono contare su lavorazioni di tipo evoluto, tutte in genere concentrate nelle grandi città e nel nord in particolare dove c’è una pressochè totale concentrazione delle direzioni e dei centri decisionali. 

Si determina così un enorme squilibrio a sfavore del centro sud e dei territori più marginali. La riconversione digitale aggrava il fenomeno con un peggioramento complessivo della disponibilità di credito per famiglie e imprese.  Secondo Coni,  “occorre passare dall’osservazione del fenomeno alla proposta e alle soluzioni, per mettere fine all’abnorme squilibrio di assunzioni collocate nelle direzioni centrali e in particolare nel nord Italia.”

Infine, gli accordi sulle ricadute dei piani industriali, anche i migliori, presentano sempre maggiori uscite di lavoratori rispetto alle entrate. Lavoratrici e lavoratori, come detto,  sono sempre tutelati da clausole di salvaguardia e in genere gli accordi tutelano tutti, però il  sindacato deve valutare anche l’aspetto relativo alla tutela dei territori  e dei  posti di lavoro anche in maniera prospettica per i giovani ecc. e un rapporto che proseguisse sotto la parità significherebbe alla lunga azzerare il settore.

Di questo passo  il rischio è che si continuino a concludere buoni accordi per chi esce e su questo non c’è dubbio; anche in condizioni difficili i colleghi sono stati accompagnati in esodo a condizioni più che dignitose, ma alla lunga il settore va a sparire. 

Secondo il segretario generale First Cisl Sardegna Ettore Erriquez “è certamente necessario difendere con la massima determinazione il rapporto 1:1 tra ingressi e uscite di lavoratori  ma  non basta; non deve diventare una battaglia di retroguardia.  Potrebbe essere  importante ampliare l’area contrattuale e lo strumento della partecipazione è fondamentale”.

La federazione regionale sarda esprime i migliori auguri di buon lavoro alla nuova segreteria e all’intera squadra nazionale First Cisl.