Intesa Sanpaolo, “vicinanza e ascolto”, ma in Sardegna siamo al lumicino

Lo scorso 31 luglio le delegazioni sindacali della First Cisl e delle altre organizzazioni di Intesa Sanpaolo in Sardegna hanno potuto incontrare, a Cagliari, la Delegazione Aziendale per l’atteso incontro trimestrale che, finalmente, si è svolto nella modalità “in presenza”.
I temi da trattare sono stati quelli relativi al perimetro sardo.
Naturalmente l’azienda ha sottolineato i dati commerciali che sono più che soddisfacenti un po’ ovunque. E tutti lo sanno bene, perché i dati dei risultati sono ben noti a tutti, anche se gridano scandalo se raffrontati al disinteresse che la stessa azienda sta dimostrando nei confronti della nostra isola in cui la mancanza di personale è un problema tragico. Ma per la Sardegna, alcuni indicatori finanziari sono addirittura, più performanti del resto delle regioni
Le delegazioni sindacali hanno voluto restare con i piedi ben piantati per terra e si sono concentrate su ciò che crea disagio per i lavoratori e per i cittadini, partendo dallo stato in cui versano le filiali sul territorio, la pulizia approssimativa dei locali, la climatizzazione assolutamente non adeguata (specialmente con il consueto caldo estivo), i ritmi e i carichi di lavoro troppo elevati e le immancabili pressioni commerciali che ultimamente hanno rialzato la testa e tendono ad aumentare. Ovviamente queste ultime non sono un organismo vivente che aumenta o diminuisce con una volontà propria, ma dipendono strettamente dai vertici aziendali.
I rappresentanti sindacali hanno anche lamentato certi comportamenti dei vertici aziendali che inquinano il clima nelle sedi di lavoro. Il fatto che si tenda talvolta a imporre la prepotenza perché difetta l’esercizio della leadership è un fatto assai grave.
Di fronte alle denunce dei sindacati, l’azienda sottolinea che la sua volontà è “di avere modalità operative improntate al principio di massima trasparenza e correttezza, nel rispetto delle persone impegnate quotidianamente alla realizzazione degli obiettivi aziendali.”
Altro fronte di lamentazione è costituita dalle responsabilità personali crescenti a causa di una normativa stringente e vincolante, insieme alla citata carenza strutturale di organico. Su quest’ultima i sindacati hanno sottolineato la perdita secca di 300 lavoratori negli ultimi cinque anni, per nulla compensata nelle sporadiche entrate di nuovi colleghi.
I risultati commerciali eccellenti sono legati alle condizioni lavorative in alcuni casi insopportabili, ma grazie a questo risultati è sensibilmente aumentata la remunerazione degli azionisti e dei manager aziendali.
Il confronto si è incentrato anche sulla formazione che ha margini di grande miglioramento.
Dopo un ampio confronto sui temi oggetto dell’incontro trimestrale, i sindacati hanno voluto rimarcare l’assoluta necessità di intervenire sul tema occupazionale con numerose assunzioni, necessarie a mantenere un accettabile livello di sostenibilità dei luoghi di lavoro.

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