Movimentazione in contanti: cambia la “comunicazione oggettiva” obbligatoria

NORMATIVE – Il 2 settembre la UIF (Unità di Informazione Finanziaria presso la Banca d’Italia) ha iniziato a svolgere nuovi controlli presso gli intermediari sull’uso anomalo di contanti

Con questo provvedimento, la UIF  potrà avvalersi del nuovo strumento previsto dalla legge di riforma del 2017: gli intermediari finanziari dovranno infatti redigere una “comunicazione oggettiva” su coloro che movimentano denaro contante per 10.000 euro o più al mese (prelievi e versamenti), limite ridotto rispetto al precedente di 15.000 euro. Inoltre, sempre a partire da settembre, le banche, gli uffici postali e gli altri intermediari dovranno anche segnalare le singole transazioni pari o superiori a 1.000 euro in contanti.

Le operazioni così definite, dovranno essere individuate considerando “tutte le movimentazioni di denaro effettuate dal medesimo soggetto, in qualità di cliente o di esecutore; le operazioni effettuate dall’esecutore sono imputate anche al cliente in nome e per conto del quale ha operato”. In caso di operazioni miste, come ad esempio un prelevamento dal conto corrente per 1.500 euro totali, con contestuale versamento di 1.000 euro su un libretto di deposito a risparmio e 500 euro di prelevamento in contanti, non dovrà essere considerata ai fini del calcolo del superamento della soglia, in quanto la parte in contanti reali è inferiore ai 1.000 euro.

La “comunicazione oggettiva” definita dalla norma verrà redatta su base mensile (entro il quindicesimo giorno del secondo mese successivo a quello delle operazioni) e, anche se non farà scattare automaticamente la segnalazione di operazione sospetta, comporterà comunque una maggiore attenzione da parte delle autorità di vigilanza.

Perché queste iniziative da parte delle autorità? Purtroppo, in Italia l’uso del contante è ancora molto diffuso: circa l’80% dei pagamenti viene ancora fatto usando banconote e monete, nonostante la diffusione di strumenti di pagamento alternativi, sempre più evoluti e tecnologici. In base ad una ricerca della stessa UIF, l’utilizzo del contante risulta correlato con le dimensioni dell’economia sommersa ed è coerente con la presenza di organizzazioni mafiose, così come emerge dalle evidenze investigative, dalle operazioni sospette segnalate alla UIF e dagli indicatori delle attività criminali.

Questi argomenti, tra l’altro, non fanno altro che confermare la criticità del sistema fiscale italiano. E’ per questo che, già da tempo la CISL ha chiesto di inserire l’equità fiscale tra le priorità del programma di governo, visto che in Italia le tasse gravano in larghissima parte su lavoratori dipendenti e pensionati. In un recente articolo, il prof. Alberto Brambilla ha calcolato che nel nostro paese sono solo 938.000 le persone con un reddito superiore a 75.000 euro ed appena 467.000 contribuenti dichiarano più di 100.000 euro, nonostante la Banca d’Italia stimi in dieci mila miliardi la ricchezza privata…

Qui la sezione FAQ della Banca d’Italia sulla “comunicazione oggettiva”.