Lavoro, sabato 9 aprile flash mob dei lavoratori di BNL contro l’esternalizzazione – intervista a Claudio Stroppa

Sta facendo molto discutere l’esternalizzazione di 7 rami d’azienda della BNL che coinvolgono circa 600 lavoratori. In particolare a preoccupare le sigle sindacali che parteciperanno all’iniziativa, è la questione dei lavoratori fragili che vivono una situazione estremamente complessa per la natura stessa delle condizioni di vita personali o dei familiari. Ne abbiamo parlato con Claudio Stroppa Segretario Territoriale della First Cisl di Roma e Rieti

D. Partiamo dall’inizio, come e perché è nata l’idea del flash mob di sabato?

R. Innanzi tutto c’è da puntualizzare, per onore di verità, che il merito di questa specifica iniziativa è tutto delle lavoratrici e dei lavoratori fragili. Questo Flash mob è frutto di una azione spontanea delle persone coinvolte direttamente nell’esternalizzazione che hanno creato una sorta di Comitato. Il problema era già all’attenzione di tutte le organizzazioni sindacali che da subito hanno contrastato tale operazione con una mobilitazione senza precedenti in BNL e per questo ogni iniziativa ha il massimo sostegno del Sindacato.

D. Sono coinvolte tutte le organizzazioni sindacali?

R. Come sempre ogni organizzazione ha dato il proprio apporto. Da parte nostra abbiamo portato la questione all’attenzione delle istituzioni territoriali competenti. Così facendo speriamo che il Comitato fragili e Caregiver BNL riceva un supporto formale all’iniziativa da parte delle Istituzioni.

D. Come si è arrivati a questo punto? La partnership BNL/Accenture era già in programma, perché non sono state trovate delle soluzioni ottimali per tutti?

Da sempre il sindacato di settore è contrario ad operazioni di cessione di attività ad aziende non strettamente finanziarie. Questa cessione rientra in un’operazione più ampia che ha già coinvolto la cessione di parte del settore IT lo scorso 1 Aprile e che era stata prevista nel piano Industriale che l’Azienda aveva annunciato lo scorso 24 settembre.
La cessione dei rami relativi al back office è stata ufficializzata il 24 di febbraio senza il raggiungimento di un accordo sindacale, nei termini di legge previsti. C’è anche un problema di mobilità rispetto ad altre sedi di lavoro che impatta su tutti i ceduti, ma in particolare sui fragili.

D. Mi faccia capire, è possibile che sia una casualità il coinvolgimento di questa mole di lavoratori fragili nel processo di cessione?

R. Oltre all’evidenza dei numeri era chiaro che esternalizzando questi rami d’azienda si sarebbero colpite anche le persone con maggiori difficoltà. Al sindacato non interessano le casualità, piuttosto la possibilità di dare stabilità, certezze e tutele nei luoghi del lavoro. Fino all’ultimo giorno di procedura, unitariamente il sindacato aziendale, ha provato a trattare con la controparte per cercare soluzioni meno impattanti sulla vita di colleghe e colleghi non raggiungendo, ad oggi, alcun accordo. Continuiamo ad auspicare che anche iniziative come questa possano portare l’azienda ad un ripensamento.

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