Negli ultimi vent’anni l’occupazione femminile nel credito ha quasi raggiunto quella maschile

da Tuscia Web intervista a Daniela Bocci,  responsabile del coordinamento donne di First Cisl di Viterbo

Secondo uno studio di First Cisl, negli ultimi vent’anni l’occupazione femminile nel credito ha quasi raggiunto quella maschile, ma prevale solo nelle aree professionali (58%) e l’unico monopolio è nel part time.

Negli ultimi 22 anni la composizione dell’occupazione nel settore si è decisamente riequilibrata: confrontando i dati relativi dal 1997 e al 2019 emerge infatti che il divario tra componente femminile e maschile, che si attestava a circa il 38%, si è ridotto a soli 4 punti percentuali (48% contro 52%). La media nasconde una realtà tutt’altro che omogenea: in alcuni gruppi (Mps, Intesa Sanpaolo, e Crédit Agricole) l’equilibrio ormai è raggiunto. Le differenze sono ancora più evidenti se si guarda agli inquadramenti: le donne si concentrano infatti nelle Aree professionali (57,9%), ma restano decisamente staccate se si prendono in considerazione Quadri direttivi (36,2%) e Dirigenti (solo il 15,7%).

Soltanto nei contratti part time la componente femminile è dominante: su 19.578 contratti esaminati, il 94% riguardano donne, solo un migliaio sono maschili. Un dato che si collega a esigenze familiari e di cura, e probabilmente per questo è così sproporzionato. In sei gruppi creditizi che hanno reso disponibile lo spaccato, le donne con contratto a tempo parziale rappresentano il 25,8% della forza lavoro femminile, gli uomini solo l’1,7%. Ampio il divario anche sui congedi parentali, che malgrado l’introduzione del congedo obbligatorio per i padri continuano a essere utilizzati in larghissima misura dalla componente femminile.

Sempre dalla fotografia scattata dall’ufficio studi di First Cisl sul versante delle promozioni solo 4 dei primi 8 gruppi forniscono nelle Dnf (Dichiarazione non finanziaria) i dati relativi, dai quali si evince una leggera prevalenza delle donne in termini percentuali. Ma solo due gruppi (ex Ubi e Bper) hanno fornito indicazioni precise sulla tipologia degli avanzamenti. Da queste si ricava che il personale maschile è maggiormente favorito nelle promozioni che contano ai fini della progressione di carriera (tra aree professionali a quadro, all’interno della categoria dei quadri direttivi, e tra quadri direttivi e dirigenti).

“Negli ultimi anni, anche grazie all’impegno del sindacato, sono stati fatti molti passi avanti verso la parità di genere, afferma il nostro segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani. Il nuovo contratto nazionale ha introdotto novità importanti su temi come la valorizzazione della genitorialità e i carichi di cura, fondamentali per consentire alle donne di seguire senza penalizzazioni i loro percorsi di carriera. Va ricordata anche la dichiarazione congiunta Abi – sindacati sulla violenza contro le donne. Tuttavia la strada da fare per raggiungere l’eguaglianza di genere è ancora lunga”.

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