Tra innovazione e regolamentazione del lavoro la sfida dell’intelligenza artificiale al sindacato

La discussione sui temi del lavoro è oramai sempre più costellata da tematiche che riguardano la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e la robotizzazione dei processi produttivi. Comprendere cosa in realtà si nasconde dietro tali tecnologie è indispensabile per poter concretamente e opportunamente calibrare la contrattazione sindacale e il presidio dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Con questo spirito si è svolto il 27 novembre 2020 il webinar “Aspettando i robot. Tra smart working e automazione, dove è finito il lavoro?”. Il seminario è stato organizzato e promosso dalla Segreteria territoriale della First Cisl di Roma e Rieti, nell’ambito di un ciclo di sessioni di approfondimenti tematici sulle nuove frontiere del lavoro.
In qualità di relatore è intervenuto Antonio Casilli, Professore ordinario di Sociologia all’Institut Polytechnique de Paris, ricercatore associato all’EHESS, Scuola di Studi Avanzati in Scienze Sociali a Parigi, nonché autore di diverse pubblicazioni scientifiche e di interessanti libri sul tema in oggetto.
Nella giornata di studi e analisi è emerso che la sfida più grande per i sindacati sarà quella non tanto di salvaguardare i livelli occupazionali, come spesso si pensa quando si parla di robotizzazione e intelligenza artificiale, ma piuttosto i livelli salariali e la qualità dei contratti di lavoro che presiedono le prestazioni della nuova occupazione creata dalla tecnologia.
Si è quindi evidenziata la presenza di tre diverse tipologie di digital worker: lavoro on demand, micro-lavoro e lavoro sociale in rete. Tipologie di prestazione di lavoro caratterizzate da salari rispettivamente: sotto remunerati, micro-remunerati, non remunerati.
Un elemento che caratterizza inoltre i digital worker è la poca visibilità se non la completa invisibilità rispetto alla loro esistenza nel ciclo produttivo (una definizione molto originale che è stata utilizzata per definire questo fenomeno è “schiavi del clic”).
Chiaramente la robotizzazione, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale si caratterizzano in modo diverso, per tempi e modalità di effetto, in base alle tipologie di lavoro e al livello di istruzione e professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori.
La linea comune però che emersa è quella relativa alla necessità di un presidio sindacale particolarmente attento, soprattutto nell’ottica della definizione di un futuro codice del lavoro digitale, che non consenta l’utilizzo delle tecnologie per creare delle zone buie e scarsamente regolamentate.