Banche, nel Lazio ancora in calo gli sportelli e l’occupazione

Come avviene ogni anno Banca d’Italia ha pubblicato, per il 2018, il consueto report sull’articolazione territoriale degli sportelli e sul numero di occupati nel settore creditizio – finanziario.

I dati in oggetto, consolidati al 31 dicembre 2017, confermano il trend negativo del settore che vede ancora in calo sia il numero degli sportelli a livello nazionale, passati dai 29.027 del 2016 ai 27.358 del 2017, sia il numero degli addetti, scesi a 286.200 nel 2017 rispetto ai 299.699 del 2016.

Tale decrescita appare ancora più evidente se, raffrontando sempre i dati a livello nazionale, si utilizzano i censimenti prodotti dal 2009, anno in cui la grande crisi bancaria mondiale ha prodotto anche nel nostro Paese concreti effetti. Nel 2009 infatti gli addetti nel settore erano circa 330.000 con una perdita quindi, pari a 44.000 unità lavorative circa. Gli sportelli invece, sempre nello stesso periodo di confronto sono scesi di oltre 6.600 unità fisiche (nel 2009 erano presenti sul territorio nazionale 34.000 agenzie).

Il Lazio è stato fortemente interessato da tale decrescita, che ha riguardato in particolare il centro sud dell’Italia, registrando la diminuzione delle filiali da 2.456 unità del 2016 a 2.291 unità del 2017.

Gli addetti sono passati invece da 27.165 del 2016 a 26.412 del 2017, in deciso calo  rispetto ai circa 34.000 dipendenti del 2009. Tale dato assume ancora maggiore rilevanza se si considera che nel 2000 il Lazio vedeva occupate quasi 50.000 unità lavorative. 

Nella sola Capitale, in un anno, gli sportelli presenti sul territorio sono passati da 1.815 a 1.689, confermando che la duplice combinazione tra decrescita economica della città, con un sempre maggiore numero di azienda in fuga verso il nord del Paese, e la digitalizzazione dei servizi bancari sta producendo una dematerializzazione del servizio apparentemente inarrestabile. Tale fenomeno è senza dubbio anche legato alla perdita di direzioni centrali, che a partire dai primi anni del 2000, si sono concentrate in particolare a Milano (in crescita, con 43.637 addetti nel 2017, rispetto al dato del 2016  pari a 43.219 unità lavorative). La concentrazione delle direzioni generali delle banche, nel nord Italia, ha contribuito anche allo spostamento, come anticipato proprio in questi giorni da moltissime testate giornalistiche, della sede principale dell’Associazione Bancaria Italiana -ABI- a Milano (a Roma rimarrà  solo una sede di rappresentanza).

Appare sempre più urgente un confronto con le istituzioni politiche della Regione e dei singoli Comuni, al fine di poter ripensare a un modello di banca più prossima al territorio, con particolare attenzione alle esigenze delle aziende e delle famiglie. Trovare la giusta dimensione tra il libero mercato e i principi  costituzionali che sanciscono il ruolo sociale del credito è, oramai , una priorità assoluta non più derogabile.

In tale ottica appaiano particolarmente importanti le iniziative promosse dalla CISL e dalla First CISL, all’interno dell’iniziativa di riforma del settore del credito contenuta nel manifesto “AdessoBanca”, che mirano a far riappropriare i cittadini e le piccole imprese del ruolo da protagonisti  nella gestione del credito, così come pensato dai nostri Padri costituenti.

di Claudio Stroppa