Banca d’Italia, continua nel Lazio il calo dei bancari. Forte preoccupazione della First Cisl

La First Cisl del Lazio valuta con forte preoccupazione i dati che emergono dall’ultimo rapporto redatto dalle sede di Roma della Banca d’Italia sul mercato del credito nella Regione.

Da quanto si apprende, tra il 2015 e la fine del 2016, cala di circa il 2% il numero delle banche presenti con almeno uno sportello nel Lazio, attestandosi a 139 istituti. Di questi soltanto 52 hanno sede amministrativa nella Regione e sono rappresentati, almeno per la metà, da Banche di Credito Cooperativo.

Ad aver determinato tale riduzione sono state le aggregazioni intervenute nel periodo di indagine tra le Bcc del territorio. Si tratta delle due incorporazioni effettuate da Bcc di Roma sul viterbese, una nei confronti della Bcc della Tuscia e l’altra nei confronti della Bcc di Capranica, nonché quelle della Cra dell’Agro Pontino e della Bcc di Paliano, finalizzate all’acquisizione rispettivamente della Bcc del Garigliano, nel sud pontino e della Bcc di Ernici, in provincia di Frosinone.

Prosegue dall’anno 2009 il calo del numero degli sportelli, ad opera soprattutto del ridimensionamento della rete dei primi cinque gruppi bancari nazionali. Anche se tale dinamica è meno accentuata rispetto a quella registrata nel resto d’Italia, le banche maggiori perdono circa l’8% sulla quota degli sportelli presenti nel Lazio, attestandosi al 53% del totale.

Il ridimensionamento degli sportelli è anche la principale causa del calo complessivo degli occupati bancari nella Regione: alla fine del 2016 erano poco oltre 27.000, il 9% in meno rispetto al 2010. Dentro questo dato però, in controtendenza rispetto ad altri territori del Centro Italia, si registra il lieve aumento degli occupati bancari adibiti alle funzioni direzionali, probabilmente un effetto dovuto alle strategie organizzative delle banche di medie e piccole dimensioni.

Nel periodo di analisi resta quasi invariato il numero medio di addetti per sportello, che si attesta a 6,6 unità (contro il 6,3 in Italia), fatta eccezione per l’area urbana di Roma in cui il numero medio è di 7 unità.

Cambia anche la ricomposizione dell’operatività in Agenzia. Tra il 2010 ed il 2016 i volumi per addetto aumentano nell’attività di intermediazione (depositi e finanziamenti), mentre diminuiscono, per effetto della progressiva digitalizzazione dei servizi di pagamento, quelli inerenti a prelievi di contante o assegni e bonifici.

Lo scenario che emerge da questi dati elaborati da Banca d’Italia, già di per se critico per la categoria, diventa, secondo la First Cisl del Lazio, ancora più allarmante se si considera alla luce delle ricadute derivanti dai nuovi piani industriali approvati quest’anno da Unicredit, Intesa San Paolo, MPS, UBI ed altri istituti rilevanti.

Secondo una ricerca dell’Ufficio Studi della First Cisl, infatti, da tali piani, più da altri già annunciati, sono stati stimati esuberi a livello nazionale pari a circa 17.500 risorse, parte dei quali inevitabilmente riguarderanno anche lavoratori bancari presenti sul territorio della Regione.