“La First Cisl di BdM Banca, insieme a tutti i dipendenti, non ha mai mancato di dare il suo contributo per il risanamento della ex Banca Popolare di Bari, così come ha sempre sostenuto e tuttora sostiene i Lavoratori e le Lavoratrici che in piena libertà hanno scelto di aderire al fondo esodi di settore; ed è proprio in virtù di questa scelta, spesso dolorosa, che ci siamo preoccupati di garantirne il libero convincimento ed il rispetto degli accordi e delle norme poste a loro tutela per il buon esito dell’accesso al fondo. L’azienda dovrà prenderne atto e ritornare al tavolo delle trattative con migliori propositi, all’insegna del più rigoroso pacta sunt servanda.”
Questa la posizione della First Cisl di BdM Banca, espressa con una nota a firma della Segretaria responsabile Stella Sanseverino, in merito ai contenuti dell’informativa aziendale sulla decisione unilaterale di riaprire i termini per l’accesso al Fondo di solidarietà, un’iniziativa senza precedenti nella storia di questo istituto, illegittima, perché priva della prevista condivisione sindacale, e che non garantisce la volontarietà all’adesione, irrinunciabile tutela di Lavoratrici e Lavoratori coinvolti.
La decisione di BdM Banca ha trovato la ferma opposizione unitaria di tutte le Sigle del settore presenti in azienda (First Cisl, Fabi, Fisac Cgil, Uilca e Unisin), le quali hanno respinto al mittente la provocazione dell’attuale management, in contrasto con quegli stessi accordi sottoscritti proprio dalla Banca nel giugno 2020 con le organizzazioni sindacali di BdM.
Una posizione chiaramente espressa nel comunicato unitario di denuncia del 17 ottobre, riportato anche dal nostro sito nazionale e ripreso il giorno seguente dall’edizione pugliese del Corriere del Mezzogiorno, che dedica alla inaudita vicenda un accurato articolo a firma di Vito Fatiguso.
Il comunicato unitario delle Segreterie Odc di First Cisl, Fabi, Fisac Cgil, Uilca e Unisin in Bdm Banca