Una nuova frontiera per la remunerazione del management, i criteri Esg

A quindici anni dalla dichiarazione dei Principi per l’investimento responsabile da parte dell’Onu, da cui sono nati i sei principi Esg (Enviromental, social, governance), gli investimenti Sri (Sustainable and responsible investiments) ed Esg sono sempre più utilizzati nelle decisioni di investimento dei principali asset manager mondiali. In Italia sono utilizzati anche dalla stessa Banca d’Italia.

Nei giorni scorsi la quotazione di Deliveroo sulla borsa di Londra è stata un insuccesso anche a causa dei rischi Esg, in particolare il rischio legale connesso al trattamento dei rider.

L’utilizzo dei criteri Esg quale Kpi (Key performance indicator) per la remunerazione del management è la nuova frontiera che si sta aprendo in Europa. A livello metodologico la questione è stata già affrontata da almeno un decennio e nel mondo – soprattutto anglofono, ma anche nel sud est asiatico – vi sono molti esempi di imprese, anche bancarie, che collegano le remunerazioni del management anche ai criteri Esg. Nel vecchio continente invece il tema è ancora relativamente poco diffuso, ma qualcosa si sta muovendo.

Nel sistema bancario italiano, e in particolare tra i principali gruppi bancari si comincia a intravedere tale tendenza: ad esempio, Intesa Sanpaolo nella “Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti”, pubblicata il 23 marzo 2021, riporta l’introduzione di un Kpi trasversale “Impact and Esg”, con peso pari a 10%, nella Performance Scorecad di circa 40 managers, compreso il Ceo. Come anche si rileva che Banco Bpm, nell’ambito degli incentivi a breve termine dell’Amministratore delegato della capogruppo (rif. “Politica di remunerazione 2020”), prevede che gli “Aspetti qualitativi relativi all’attività di gestione” siano basati anche sull’attuazione del piano industriale “con particolare riferimento anche agli ambiti relativi alla realizzazione di obiettivi Esg e al rischio operativo”.

Al di là dei confini italiani, lo scorso febbraio Yves Perrier, Ceo uscente di Amundi, ha scritto a 500 Ceo di gruppi europei quotati indicando che i criteri Esg, tra i vari ambiti di applicazione, saranno considerati anche per la remunerazione della dirigenza: “La nostra politica è garantire che sia in linea con l’andamento dei risultati, a un livello accettabile in relazione ai parametri di mercato, e che integri pienamente precisi obiettivi Esg”.

Appare evidente, per quanto fino ad ora evidenziato,  che nei prossimi anni assisteremo con buona probabilità alla diffusione dei criteri Esg nell’ambito della remunerazione e dei sistemi incentivanti di tutto il management finanziario.

Per First Cisl, e in particolare per il Network dirigenti, la diffusione di criteri etici e responsabili nella gestione delle imprese bancarie è un fattore di sviluppo molto positivo. Si sta quindi attivando un presidio di monitoraggio della diffusione dei criteri Esg nel sistema bancario, con particolare attenzione agli aspetti sociali e di governo delle banche.