Uniti per contare, insieme per cambiare

Sono passati ormai 3 mesi dalle assemblee di dicembre dalle quali era emerso più che chiaramente il “disappunto” per l’esito della trattativa – se così si può chiamare – dello smart working.

Fin da subito, come First Cisl, abbiamo iniziato un percorso interno di autocritica e di confronto con le iscritte e con gli iscritti, per comprendere cosa andasse corretto e cambiato.

Il risultato più evidente è stato capire che quell’atteggiamento morbido fin lì tenuto, che pure ci aveva permesso di uscire dalla crisi del 2021 e di ottenere risultati decenti fino ad allora, anche attraverso una faticosa unità sindacale, non fosse (NON È) più sostenibile: non si può più invocare solo il dialogo e la ragione davanti ad un’azienda sorda e arrogante, che tutto vuole avere e nulla vuole dare.

Fin dal 13 dicembre, 2 giorni dopo la prima assemblea di Bologna, abbiamo proposto 2 cose molto semplici, alla base della grammatica sindacale: il coinvolgimento delle segreterie nazionali, per un incontro ad alto livello direttamente col Presidente Carlo Cimbri, e la proclamazione dello stato di agitazione, con la programmazione di 2 giornate di sciopero.

Con senso di responsabilità abbiamo invece accettato e supportato pienamente la scelta della maggioranza di puntare su un atipico referendum “propositivo”, il cui risultato però non è stato quello sperato: una pseudo-trattativa sulla settimana corta che ha nuovamente certificato i problemi che ci affliggono, come dipendenti Unipol: un’azienda che vuole ignorare i bisogni dei propri dipendenti, fino a non volerli neanche ascoltare, e un sindacato che, per qualche ragione, non reagisce come dovrebbe.

Da che mondo e mondo, quando una trattativa non offre gli sbocchi sperati, si convocano le assemblee e si proclama lo stato di agitazione, anche per ribadire che la responsabilità dei risultati è sempre stata collettiva ed è collettiva, perché l’unica unità che conta davvero è quella delle lavoratrici e dei lavoratori. 

Siamo rappresentanti, non sostituti dei lavoratori: siamo la voce di tutti voi. Il nostro primo dovere è ascoltare, per dare poi corpo e sostanza a tutte le vostre idee e a tutti i contributi.

È del 7 febbraio il nostro primo comunicato, successivo al primo giro di assemblee degli iscritti, col quale abbiamo ribadito il nostro credo e le nostre proposte:

  • Il primo obiettivo del nostro lavoro deve essere quello di promuovere e stimolare una cultura del rispetto e del dialogo, perché abbiamo bisogno di sentirci di nuovo parte di una comunità, avere fiducia gli uni degli altri, perché una comunità forte, coesa e solidale, sa reagire, difendersi e progredire insieme.
  • Il coinvolgimento delle segreterie nazionali e lo stato di agitazione perché è impensabile andare incontro a una trattativa per il rinnovo del Contratto integrativo aziendale, che deve essere necessariamente importante, dopo 10 anni di rinnovi light, senza aver prima chiarito e ristabilito le relazioni sindacali e senza, soprattutto, esserci riguadagnata la fiducia totale di chi rappresentiamo.

Ogni nostro confronto interno, ogni nostra assemblea, come quelle tenute a Roma lunedì scorso, con collegate le sedi di Napoli, Palermo, Catania, Genova, ha confermato questa linea e rafforzato la nostra convinzione di voler rinnovare la nostra azione sindacale e il nostro legame con le iscritte e con gli iscritti.

Nei primi giorni della prossima settimana proseguiremo con le assemblee, continuando con Bologna Stalingrado e Torre e con le altre sedi collegate, dopodiché proclameremo lo stato di agitazione, sperando possa trovare la condivisione di tutte le organizzazioni sindacali aziendali, con le quali vorremmo sia portare avanti questa necessaria riscossa sia costruire insieme una solida e ambiziosa piattaforma del Contratto integrativo aziendale (Cia), con più certezze di quelle attuali.

Per noi l’unità sindacale è uno strumento utilissimo e un valore, ma non può diventare un abbraccio mortale che ci paralizza.

P.s. Nelle assemblee e per e-mail ci sono già arrivati interessantissimi spunti su forme di protesta anche a costo zero, compreso qualcosa di molto interessante per la presentazione del piano industriale del 28 marzo, a conferma del fatto che il confronto porta sempre benefici. Ricordiamo che anche partecipare alle assemblee, oltre ad essere necessario per il confronto, ci consente di astenerci dal lavoro “a gratis”.

V’invitiamo pertanto a continuare a segnalarci le vostre idee e a proporci anche i vostri contributi sul Contratto integrativo aziendale, indicando nell’oggetto (Piattaforma Cia).

Bologna, 7 marzo 2025

First Cisl Gruppo Unipol

 


Qui l’articolo in pdf

Leggi anche:

Non si può più attendere oltre, comunicato First Cisl Gruppo Unipol del 28 febbraio 2025

Battiamo un colpo, in attesa che cresca in tutti la consapevolezza della necessità di lottare, comunicato First Cisl Gruppo Unipol del 13 febbraio 2025

Occorre agire, i problemi non si risolveranno da soli, comunicato First Cisl Gruppo Unipol del 7 febbraio 2025