Novità per le famiglie italiane: il Bonus asilo nido diventa più semplice, meno burocratico e più accessibile.
Il Bonus asilo nido è un aiuto economico pensato per sostenere le famiglie nelle spese legate all’asilo, sia pubblico che privato. E non solo: è previsto anche un contributo per l’assistenza a casa dei bambini con gravi patologie che non possono frequentare l’asilo.
Un emendamento approvato dal Senato, e in attesa di essere licenziato dalla Camera, tra il 5 e il 6 agosto, introduce una svolta concreta: la domanda per il bonus non dovrà più essere presentata ogni anno. Basterà inviarla una sola volta, quando il bambino inizierà a frequentare l’asilo, e resterà valida fino ai tre anni di età.
L’unico obbligo? Ogni anno bisognerà solo documentare la frequenza all’asilo e confermare che i requisiti siano ancora rispettati.
Un cambiamento semplice, a costo zero per lo Stato, ma con un grande impatto per le famiglie: meno scartoffie, meno perdite di tempo, più certezza nei diritti.
Il bonus non si limita solo agli asili nido: copre tutti i servizi per la prima infanzia, come nidi, micronidi, sezioni primavera e servizi integrativi, pubblici o privati, se autorizzati secondo le normative regionali. Restano esclusi soltanto i centri per bambini e famiglie, che accolgono bambine e bambini dai primi mesi di vita insieme a un adulto accompagnatore.
L’importo del bonus cambia in base all’Isee minorenni, cioè l’indicatore economico valido per chi ha figli minori, il quale non è sempre uguale all’Isee ordinario: coincide solo se i genitori dei bambini sono coniugati o comunque conviventi.
Ricordiamo che nel 2025 l’Assegno Unico non influisce più sul calcolo dell’Isee.
Gli importi vengono erogati fino a 3mila euro all’anno (circa 272 euro al mese per 11 mesi) per chi ha un Isee minorenni fino a 25mila euro, fino a 2.500 euro all’anno (circa 227 euro al mese) per Isee tra 25.001 e 40mila euro e fino a 1.500 euro all’anno (136 euro al mese) per Isee oltre i 40mila euro.
Chi non presenta l’Isee può comunque fare domanda, ma riceverà solo l’importo minimo, cioè 1.500 euro annui.
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