Care iscritte e cari iscritti, nell’ultimo mese abbiamo più volte ribadito come fosse prioritariamente necessario sbloccare quest’impasse con l’azienda, per poi poter procedere sui temi d’interesse comune quali smart working/settimana corta, Contratto integrativo aziendale (Cia), Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl).
Giustamente le aspettative di tutte le colleghe e i colleghi sono alte, sia per le difficoltà che ingiustamente si stanno affrontando a causa dell’eliminazione dello smart working, sia perché i risultati economici sono stati nuovamente eccezionali (1,119 miliardi nel 2024, più di 3 miliardi in 3 anni).
È fuori da ogni logica sindacale, però, pensare di poter costruire e presentare una Piattaforma del Contratto integrativo aziendale senza aver prima eliminato gli ostacoli, che al momento ostruiscono la strada del dialogo. Altrimenti, in quali esiti potremmo mai sperare, dopo quelli non certo proficui delle ultime “trattative” sullo smart working e sulla settimana corta?
Bisogna essere onesti e trasparenti e dire chiaramente che non basta avere ragione per raggiungere gli obiettivi, ci vuole soprattutto la forza e l’efficacia per poterlo fare.
Serve quindi, prima di tutto, ritrovare coesione, solidarietà e sostegno reciproco fra di noi, lavoratrici e lavoratori; poi, certo, sarebbe utile anche l’unità sindacale – sempre che per rimanere uniti non si finisca paralizzati – ma serve sopra ogni cosa la forza politica/contrattuale necessaria, che dipende in buona parte dai due elementi precedenti (soprattutto il primo), ma anche dalla capacità di affrontare e sciogliere con coraggio i nodi politici e di saper fronteggiare efficacemente le non poche sfide che ci attendono, come quella cruciale sull’intelligenza artificiale.
È sempre stato così ed è ancora così: o si dialoga o si lotta!
E senza un’ampia coesione sociale non rimane che accontentarsi: le vittorie e le sconfitte sono sempre collettive.
Non servono barricate, serve soprattutto ritrovare fiducia e compattezza, serve dare segnali d’unità e determinazione, a noi stessi, all’azienda e forse anche ai sindacati.
Servono quindi segnali e i segnali non devono necessariamente costarci centinaia di euro, basta molto meno.
Basta riprendersi un po’ di libertà e salute, lavorando con giudizio ma con calma e, soprattutto, senza “sacrifici estremi”. Basta ritrovare fiducia nei colleghi e sentirsi nuovamente parte di una comunità. Bastano piccole iniziative di lotta condivise, attraverso le quali ci si può anche ritagliare un utile spazio di visibilità su giornali, social e tv, come presidi e/o lo sciopero a quarti d’ora, un’ora di sciopero al giorno, in 4 quarti d’ora, così strutturate:
- spengo il computer e lentamente vado a timbrare;
- passano 15 minuti e timbro di nuovo e lentamente torno in postazione;
- accendo il computer e ricomincio a lavorare.
Un’ora di sciopero che vale almeno il doppio. Con 5 ore copriamo una settimana, riducendo la produttività di almeno il 20%… sempre che poi nei giorni successivi non ci si affretti a recuperare l’arretrato: è l’arretrato che si accumula che crea fastidio all’azienda e dà efficacia alle iniziative di lotta!
Allo stesso tempo, riteniamo assolutamente necessario lavorare sulla Piattaforma del Contratto integrativo aziendale, che è nostra intenzione costruire insieme alle altre sigle sindacali aziendali, ma partendo prioritariamente dai vostri contributi.
Da lunedì inizieremo un giro di assemblee fra le varie aziende e piazze, partendo da Roma (con altre sedi collegate online) per approfondire questi temi e soprattutto ascoltare i vostri contributi; inoltre, decideremo insieme su come e se iniziare un percorso di mobilitazione. Anche per questo la partecipazione è caldamente consigliata; partecipare alle assemblee rappresenta già un primo segnale (a costo zero) all’azienda.
Vi invitiamo fin da ora a inviarci le vostre proposte e segnalazioni sul prossimo Contratto integrativo aziendale, inserendo nell’oggetto della e-mail “PIATTAFORMA CIA”.
In un modo o nell’altro, possibilmente insieme alle altre sigle, in assenza di un’apertura di dialogo con l’azienda, è nostra intenzione fare tutto quello che è necessario fare per tornare a contare, insieme a voi, ed avere nuovamente voce in capitolo.
Non si può più attendere oltre!
Bologna, 28 febbraio 2025
First Cisl Gruppo Unipol
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Leggi anche:
– Battiamo un colpo, in attesa che cresca in tutti la consapevolezza della necessità di lottare, comunicato First Cisl Gruppo Unipol del 13 febbraio 2025
– Occorre agire, i problemi non si risolveranno da soli, comunicato First Cisl Gruppo Unipol del 7 febbraio 2025