Come First Cisl Gruppo Unipol riteniamo, ogni giorno di più, che sia necessario agire, senza aspettare oltre, per incrinare questa sorda determinazione aziendale e avviare finalmente una trattativa seria e rispettosa su smart working/settimana corta, fissare le coordinate per il rinnovo del Contratto integrativo aziendale (Cia) e ottenere garanzie sulla partecipazione attiva di Unipol alla prossima trattativa del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl).
Siamo un sindacato che, insieme alle colleghe e colleghi e agli altri sindacati presenti nel settore, ha costruito negli anni un sistema di tutele invidiabili (Ccnl e Cia), che ci collocano ai vertici delle categorie nazionali, per quello che riguarda le retribuzioni, il welfare, la previdenza e l’assistenza sanitaria, il cui ruolo e valore non devono in nessun modo passare in secondo piano e, soprattutto, essere messi a rischio, minando la tenuta sociale e solidaristica da cui sono nate e sostenute.
Non è il momento di andare avanti divisi, o peggio ancora contrapposti, faremmo solo il gioco dell’azienda, ma siamo convinti che, prima ancora di procedere come se nulla fosse presentando una piattaforma del Contratto integrativo aziendale, vadano ripristinate relazioni sindacali affidabili e rispettose dei ruoli o attraverso l’azione politica (a tutti i livelli) o, se non ci sono alternative, attraverso la mobilitazione, in tutte le sue forme: dall’assumere atteggiamenti diversi, come suggeriamo nel prosieguo di questo testo, fino ad arrivare allo sciopero, magari quello a quarti d’ora, che crea moltissimo disagio con “poca spesa”.
Senza relazioni sindacali nessuna rivendicazione può sperare di essere accolta!
Possiamo, nel frattempo, già iniziare a dare un primo segnale molto chiaro all’azienda, semplicemente smettendo immediatamente di lavorare più ore (spesso non retribuite), di portarci il pc a casa per “finire le scadenze, liquidare qualche sinistro, evadere le Ahd, fare riunioni fuori dall’orario di lavoro, ecc…”.
Un’azienda che si rifiuta perfino di ascoltare i bisogni dei propri dipendenti non si merita nessuno sforzo in più e probabilmente ha bisogno anche di segnali chiari per capire che sta distruggendo quel che rimane di quel senso di appartenenza, orgoglio della vecchia Unipol che non c’è più.
Un Gruppo che fattura più di 15 miliardi l’anno e fa utili per 1,3 miliardi non può scaricare le responsabilità della propria disorganizzazione/carenza di personale sui dipendenti: noi siamo pagati per lavorare 37 ore a settimana (o meno, se part time)!
A tal proposito si ricorda, visto l’atteggiamento aggressivo di tanti “responsabili”, che non si può in nessun modo essere penalizzati o fatti oggetto di provvedimenti disciplinari se si lavora esclusivamente nell’orario contrattualmente previsto o se rimane indietro del lavoro, soprattutto in presenza di carichi eccessivi.
Anzi, il datore di lavoro è responsabile per i danni alla salute causati al dipendente da un ambiente lavorativo troppo stressante, anche in assenza di atti qualificabili come mobbing. Questo, per esempio, è quanto precisato dalla Cassazione civile, Sezione lavoro, nell’ordinanza numero 2084 del 19 gennaio 2024, e nell’ordinanza numero 4279 del 16 febbraio 2024.
Iniziamo dal mettere in atto dei piccoli/grandi gesti che possono già fare la differenza, visto che tanti uffici vanno avanti esclusivamente grazie alla buona volontà e al senso di responsabilità delle colleghe e dei colleghi che ci lavorano.
L’unità si costruisce partendo dal basso, è necessario che tutti facciano la loro parte e facciano sentire la loro voce. Noi siamo qui per rappresentare i vostri bisogni e per dar forma alla vostra volontà; saremo sempre più presenti nelle varie sedi, anche programmando a breve altre assemblee, per ascoltarvi e illustrarvi i prossimi passaggi, ma anche per parlare del prossimo Contratto integrativo aziendale.
Restiamo come sempre a disposizione per qualsiasi esigenza, anche per mail, telefono e whatsapp.
Bologna, 13 febbraio 2025
First Cisl Gruppo Unipol
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