Lunedì 23 settembre si è tenuta l’assemblea del personale di Aquileia Capital Services coinvolto nella procedura ex art. 22 del CCNL con la quale la società ha comunicato l’intenzione di attuare una riorganizzazione della propria struttura, con conseguente impatto occupazionale per un numero di 66 risorse sulle 76 attualmente occupate. La partecipazione è stata, come ci si aspettava, numerosissima e, oltre ai dipendenti occupati nella sede di Tavagnacco, si sono collegati a distanza anche i colleghi nelle filiali di Roma e Milano, anch’essi coinvolti nella procedura.
Le organizzazioni sindacali First Cisl Fvg, Fabi e Fisac Cgil, rappresentate sia dai segretari territoriali che da quelli aziendali (rsa), hanno dapprima ricordato alla platea i tempi previsti per gli step della proceduta e gli attori che potrebbero essere coinvolti nel proseguio: oltre alle OO.SS. e a parte datoriale potrebbe intervenire la Regione FVG e, visto l’interessamento di più regioni, il Ministero del Lavoro nell’eventuale fase finale, laddove non si trovasse prima un accordo.
Successivamente hanno portato a conoscenza delle lavoratrici e dei lavoratori l’andamento della trattiva con controparte datoriale in questa prima fase. Purtroppo su questo punto i rappresentanti sindacali hanno dovuto illustrare alla platea l’assoluta mancanza di volontà da parte dell’azienda di valutare qualsivoglia ipotesi di riduzione dell’impatto occupazionale adottando i vari strumenti previsti dal nostro contratto ribadendo l’unica intenzione di procedere alla drastica riduzione della forza lavoro. La motivazione espressa dall’azienda è il calo di lavoro conseguente alla decisione del cliente (il socio che prende le decisioni) di affidare la lavorazione dei contratti a soggetto diverso da ACS. Le organizzazioni sindacali, in maniera unitaria e con grande determinazione, hanno espresso il disappunto per l’atteggiamento aziendale e per le decisioni assunte dalla proprietà. I rappresentanti hanno poi ricordato che nella trattativa è stata vicina, e lo sarà nel prosieguo, la Regione FVG con l’assessore al lavoro Alessia Rosolen che si sta concretamente interessando alla vicenda.
Il culmine dell’assemblea, come ovvio, è stato il momento in cui hanno preso la parola i lavoratori e le lavoratrici. Amarezza, fiducia tradita, unità tra i lavoratori e una forte attesa per un accordo importante che consenta di affrontare il difficile periodo a cui andranno incontro le persone a causa della perdita del lavoro le parole più ricorrenti negli interventi. L’assemblea si è conclusa con il forte mandato dato dalle lavoratrici e dai lavoratori ai rappresentati sindacali affinché portino avanti la trattativa con determinazione per giungere ad un accordo che renda giustizia all’impegno e alla dedizione che i dipendenti di ACS hanno da sempre messo quotidianamente nel loro operato.
“La First Cisl, insieme alle altre organizzazioni, nel ribadire che non condividiamo le reali motivazioni e tempistiche della ristrutturazione avviata dall’azienda, in quanto in forte contraddizione con i recenti piani e indirizzi comunicati dalla società, non da ultimo anche nell’ultimo bilancio, assicura l’assoluto impegno a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori per giungere ad un accordo di piena soddisfazione” il commento del Segretario Generale della First Cisl Friuli Venezia Giulia, Gennaro Manco. “Quando l’oggetto della trattativa sindacale con l’azienda è la perdita del posto di lavoro il coinvolgimento emotivo è forte ma con esso anche la determinazione nel perseguire il miglior obiettivo possibile. I dipendenti di ACS sono stati traditi nella fiducia data all’azienda anche perché meno di un anno fa si era affrontata una riorganizzazione aziendale che aveva comportato un sacrificio in termini di posti di lavoro ma la rassicurazione data alle OO.SS. e ai dipendenti era che quel taglio occupazionale avrebbe consentito all’azienda di ripartire. A distanza di pochi mesi invece il cambio di rotta e la decisione di avviare una procedura di licenziamento collettivo della maggior parte del personale. Scelta incomprensibile e inaccettabile” conclude il Segretario First.