Malattia e tutele del lavoratore: il periodo di comporto

Quando un lavoratore si assenta per malattia, ha diritto alla conservazione del posto di lavoro per un determinato lasso di tempo, noto come “periodo di comporto”. Superato questo limite, il datore di lavoro può, in linea teorica, procedere al licenziamento. Comprendere come viene calcolato questo periodo è quindi cruciale per ogni dipendente, per conoscere i propri diritti e le eventuali tutele. Ma, nel dettaglio, per il comporto da malattia, come si contano i giorni per non perdere il posto? La disciplina non è univoca, ma si basa su un intreccio di norme di legge, disposizioni dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) e interpretazioni giurisprudenziali.

Nel settore bancario, il periodo di comporto, ovvero il periodo massimo di assenza per malattia durante il quale il dipendente ha diritto alla conservazione del posto di lavoro, è regolato dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del settore. In generale, il CCNL Credito prevede che il periodo di comporto minimo sia di 6 mesi per i dipendenti con un’anzianità fino a 5 anni. Questo periodo può aumentare fino a un massimo di 22 mesi per i dipendenti con oltre 25 anni di anzianità.

Un quadro normativo complesso regola i diritti del lavoratore e quello delle aziende. Se si desidera approfondire l’argomento si può richiedere l’articolo completo ed esaustivo della materia, scrivendo alla segreteria First Cisl Campania: campania@firstcisl.it