Crediti deteriorati, la proposta First Cisl

In tema di npl, Giulio Romani nella sua relazione al Congresso First Cisl sottolinea che “in questo momento storico, c’è anche un altro terreno su cui sarebbe possibile sperimentare il coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte delle imprese del sistema bancario. Il sistema sta soffrendo oltremodo del peso del credito deteriorato, che mina il bilancio di molte aziende e che, comunque, costituisce una pesante anomalia rispetto all’incidenza media degli npl sui bilanci delle banche del resto d’Europa. Il Governatore di Banca d’Italia, dopo altri interventi degli ultimi mesi, anche nelle Considerazioni di mercoledì scorso, pur considerandolo, insieme al debito pubblico, il principale problema del Paese, ha sottolineato che il rischio npl sarebbe da circoscrivere a quello delle partite deteriorate delle sole banche in difficoltà. Tecnicamente l’analisi è incontestabile, ma se proviamo a vedere le cose con un minimo di rispetto per quanto è successo in questi anni e per coloro che ne hanno pagato le conseguenze, forse l’analisi di Banca d’Italia rischia di sfociare nel cinismo. Quello che Visco non dice è che il differenziale tra npl netti e lordi sta nelle svalutazioni che negli anni ha pagato il Paese!”.

“Le banche italiane infatti, negli anni precedenti alla crisi, – evidenzia Romani – pur di raggiungere gli imponenti volumi richiesti da politiche di budget sempre più ambiziose e qualche volta contaminate da interessi non proprio trasparenti, si erano avventurate nell’erogazione di grandi finanziamenti ad attività speculative, mobiliari e immobiliari. Questo spiega come mai oltre il 50% dei crediti deteriorati non risalga ad affidamenti concessi a piccole e medie imprese o a famiglie come sarebbe logico pensare nel nostro Paese, ma, in gran parte, a finanziamenti accordati a sconosciute società, facenti capo a più o meno noti faccendieri, immobiliaristi o finanzieri”.

“È da queste considerazioni – afferma con forza dal palco il segretario generale – che nasce la nostra proposta di affidare la gestione del credito deteriorato a società diffusamente partecipate, in grado di attrezzare percorsi di recupero nel medio-lungo periodo”.