#26 Counseling: un aiuto da DirFirst per professional e dirigenti

Il settore bancario vive un “qui e ora” che ormai dura da troppo tempo per essere considerato una semplice fase, piuttosto che una connotazione strutturale: da un lato la crisi ed il mondo che cambia velocemente, dall’altro lo scadimento dei valori e delle relazioni hanno determinato un elevato livello di frustrazione dei singoli e conflittualità nei rapporti.

In questo contesto, il Counseling può fare la differenza sia come relazione d’aiuto diretta per i molti che sono in difficoltà, che come additivo culturale per un nuovo modello basato sul rispetto.

Il Counseling punta alla centratura della persona in sé, al suo benessere a tutto tondo che non è incompatibile con la realtà aziendale: si tratta di un processo culturale lungo e la FIRST CISL è certamente il soggetto idoneo ad avviare un progetto di cambiamento.

L’iniziativa, partita ai tempi dell’ex Dircredito, è stata rivisitata in base alle nuove esigenze e dimensioni di FIRST CISL; l’idea di base è che il lavoro fatto su di sé, attraverso il Counseling, da persone che ricoprono ruoli manageriali, oltre a perseguire il miglioramento della propria qualità di vita e benessere, favorisce una nuova lettura del proprio stile di leadership e dello stare in relazione, fattori che, a loro volta, possono influenzare, a cascata, la qualità di vita delle persone che vengono loro “affidate”, favorendo l’attivazione di un circolo virtuoso. Oltre a ciò il seme, tendenzialmente evolutivo e umanizzante, del Counseling innestato nelle posizioni di vertice delle aziende per il tramite del Network Dirigenti può costituire un agente di cambiamento accelerato.

Il mondo bancario non è più l’oasi felice dell’immaginario collettivo, ma sempre più un laboratorio di frustrazioni e generatore di gravi conflitti interiori e ambientali.

Si tratta di un mondo che si sta profondamente modificando attraverso processi convulsi per una serie continua di ristrutturazioni e di riorganizzazioni con assenza di una vera visione prospettica.

Finora il sistema ha saputo gestire le tensioni al proprio interno, limitando i traumi e le ricadute sociali, ma una dinamica così accelerata ha certamente un impatto negativo molto forte sul benessere dei lavoratori coinvolti.

Lo stesso lavoro bancario si sta modificando molto ed il professional che lavora in rete, tende sempre più a essere un consulente o un manager, ufficialmente responsabile verso l’esterno ma mero esecutore verso l’interno, con un margine di reale autonomia professionale estremamente ristretto e soggetto a scelte centralizzate che, spesso, hanno poca coerenza con l’interesse dello specifico cliente.

Non meno rilevanti sono il decadimento del ruolo sociale dei lavoratori di questo settore e l’antipatia che negli anni si è creata da parte dell’opinione pubblica.

In questo contesto, le ricadute sul benessere dei professional e dirigenti sono molteplici e non ristrette esclusivamente all’ambito lavorativo.

Non si tratta solo dei riverberi dello stress lavorativo nell’ambito della vita privata: in un sistema in profonda crisi, anche dimensionale quando il posto stesso di lavoro diventa in discussione, è assai probabile che la sicurezza e la stabilità emotiva vengano messe a dura prova (per alcuni il senso di identità è quasi interamente dipendente dal lavoro).

La pressione commerciale sempre più spesso è spinta oltre i limiti del contrattuale, talvolta dell’etico e, in qualche caso, perfino del lecito. Il più blando degli effetti di questa pressione è la difficoltà di conciliare lavoro e vita personale.

Ma c’è qualcosa di molto più insidioso: la tendenza a standardizzare i comportamenti a scapito dell’autonomia; anche se formalmente il margine di autonomia esiste, questo, paradossalmente, diventa ancor più nocivo per il singolo, in quanto si può generare un grave conflitto tra il proprio sistema di valori e l’adesione alle richieste che vengono dall’ambiente per garantire la propria sopravvivenza professionale.

Può succedere, talvolta, che esistano delle contraddizioni tra il codice etico (la declaratoria dei valori aziendali) e le indicazioni commerciali, entrambi teoricamente vincolanti per il lavoratore, oppure che gli input operativi centrali indirizzino alcuni consulenti e alcuni livelli manageriali a fare cose che non condividono, con il rischio per alcuni di cadere in una crisi di identità etica e professionale.

Questa situazione può sfociare in difficoltà relazionali sull’ambiente di lavoro, sociale e familiare, generando una spirale negativa di comportamenti disfunzionali al benessere della persona.

È da ciò che è nata la scelta di FIRST CISL, che è la Federazione più rappresentativa delle fasce professionali più elevate, di un servizio di supporto a queste persone, spesso forzate verso comportamenti che generano un trade-off, costante e stremante, tra il proprio sistema di valori e la propria sopravvivenza professionale.

Siamo consapevoli però che qualcosa a livello culturale sta cambiando: la conferma viene anche dalla sottoscrizione a livello nazionale del recente accordo sulle politiche commerciali, un accordo innovativo che vede per la prima volta la partecipazione del sindacato a livello organizzativo, e che potrà incidere su molte delle dinamiche in precedenza evidenziate.

Durante una serie di incontri avvenuti a valle di sessioni formative è emersa forte da parte dei dirigenti sindacali la consapevolezza che il mestiere del sindacalista si è profondamente modificato: il ruolo viene ormai “riempito” di richieste e aspettative nuove, che vanno oltre diritti e tutele (terreno tipico del sindacato).

Spesso gli iscritti chiedono di essere “ascoltati”, di potersi sfogare, si mostrano disorientati e lasciano emergere le proprie paure.

I dirigenti sindacali si trovano, quindi, a dover “assistere” allo sfogo, a confrontarsi con gli esiti emotivi dello stress imposto dalle pressanti richieste aziendali, a sostenere il disorientamento derivante dal conflitto tra ciò che si deve fare, ciò che si può fare e ciò che si ritiene giusto fare, a sentir vibrare la paura delle conseguenze, sia interne al contesto aziendale sia esterne, qualunque sia la scelta.

Ma un conto è agire sul piano della tutela sindacale, altro è saper “stare” in mezzo a tutto questo.

Da qui è emersa la consapevolezza di avere la necessità di un supporto per lavorare su di sé e sulla consapevolezza dei propri meccanismi, per coltivare risorse adeguate.

Altro aspetto è l’apprensione per le responsabilità di fronte a decisioni difficili e dolorose che, per natura, un rappresentante sindacale, soprattutto in posizione di componente di Delegazione trattante deve fronteggiare sempre più spesso.

Il Counseling, dunque, può costituire una risposta ai bisogni riscontrati, sia attraverso un supporto concreto e diretto alle persone in difficoltà, sia attraverso interventi mirati sui rappresentanti sindacali e sulle strutture; naturalmente può anche essere una formidabile leva di stimolo all’appartenenza associativa e di qualificazione professionale per i dirigenti sindacali.

In particolare il progetto si propone di:

  • fornire un supporto reale a professional e dirigenti iscritti, quando si trovano ad affrontare fasi di difficoltà nella sfera lavorativa e privata;
  • rafforzare le skill relazionali e la capacità di comunicazione e ascolto dei rappresentanti sindacali nel proselitismo, nella relazione quotidiana con gli iscritti, nelle fasi di negoziazione con la controparte aziendale, nella propria vita privata;
  • migliorare la capacità di cogliere le situazioni di disagio dei propri iscritti;
  • rafforzare la coesione e la capacità di lavorare in gruppo, in modo funzionale;
  • trasformare un servizio effettivo e reale di attenzione verso gli iscritti in una potente leva di marketing associativo (essendo i primi ad organizzare tale servizio).

I destinatari del progetto sono:

  • professional e dirigenti iscritti a FIRST CISL, per quanto riguarda il supporto e il sostegno in situazioni di difficoltà, attraverso percorsi di gruppo, colloqui individuali;
  • l’Organizzazione sindacale stessa, attraverso la formazione dei rappresentanti sindacali su temi legati alla relazione e alla comunicazione con gli iscritti, con i prospect o con la controparte aziendale; interventi di Counseling organizzativo e formazione sul lavoro in gruppo a diversi livelli nella struttura sindacale.

Cominciate col fare ciò che è necessario,
poi ciò che è possibile.
E all’improvviso vi sorprenderete
a fare l’impossibile.
(San Francesco d’Assisi)