#24 I professional e la figura del “promodipendente”

In questa fase di profondi e repentini cambiamenti del mondo del lavoro, sempre più il tema della sua sostenibilità futura si trova al centro del dibattito politico, mediatico e accademico, oltre che nel quotidiano confronto negoziale.

Di recente se ne è parlato alla Conferenza dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) tenutasi ad ottobre 2016, ove tecnologia, demografia, ambiente e globalizzazione sono stati identificati tra i fattori di cambiamento principale che interesseranno il futuro del lavoro, e dove si è parlato anche di apertura, diversità ed inclusione.

Il tema è stato poi ripreso anche all’università di Bergamo con un convegno dal titolo “Il futuro del lavoro, una questione di sostenibilità”.

Appare evidente che il dibattito incentrato sulla sostenibilità del lavoro, sia per i giovani sia per i lavoratori in età più avanzata (anche in considerazione dei cambiamenti demografici che vedono la società attuale con un alto tasso di occupati con un’età compresa tra i 50 ed i 64 anni), non può prescindere dai livelli di professionalità delle persone coinvolte e dalla capacità di meglio interpretare e governare i cambiamenti in atto.

Nelle aziende bancarie e in senso più lato nella pluralità delle imprese del settore finanziario, tutte fortemente interessate da questo dibattito, appare pertanto necessario, soprattutto in questa fase di difficile profittabilità, valutare attentamente tutti i suggerimenti e gli stimoli che siano utili a cercare di indirizzare la contrattazione di secondo livello verso soluzioni innovative e più flessibili, in ottica di una maggiore conciliazione di tempi di lavoro e vita privata e di un crescente indirizzo verso una più elevata componente di servizio.

Sotto questo profilo, middle management e alte professionalità possono giocare un ruolo decisivo, proprio per la maggiore capacità di interpretare le nuove professionalità diventando determinanti nella riuscita di progetti innovativi.

In quest’ottica va inquadrato il recente accordo denominato “Protocollo per lo sviluppo sostenibile del Gruppo Intesa Sanpaolo” (sottoscritto il primo febbraio scorso) e che ha visto per la prima volta la creazione di una nuova figura lavorativa, da noi definita “promodipendente” e che il quotidiano La Repubblica si è addirittura spinto a definire un “nuovo animale mitologico”.

Per la prima volta, infatti, il tema delle reti di Promotori Finanziari è stato affrontato non in ottica di marginalizzazione, ma in modo innovativo ed inclusivo.

Al di là delle definizioni ad effetto, questo è stato il primo accordo a garantire stabilità e welfare ai promotori finanziari, fino ad oggi esclusi da ogni forma di tutela sul piano sindacale e previdenziale; si tratta di un esempio importante di inclusione, ove si cerca di regolamentare una attività lavorativa finora del tutto autonoma, aprendo nuovi spazi professionali anche verso le alte professionalità che volessero sperimentarsi in ruoli organizzativi nuovi, come dicevamo in precedenza a maggiore contenuto imprenditoriale.

Come noto, la soluzione adottata – che in ragione della sua sperimentalità viene per ora offerta per un periodo limitato di due anni – prevede l’occupazione con un doppio contratto: uno come lavoratore dipendente part-time a tempo indeterminato; l’altro, come promotore finanziario, con un contratto di lavoro autonomo – consulente finanziario con mandato di agenzia – operante al di fuori della banca, come libero professionista, e remunerato a provvigioni guadagnate sul portafoglio gestito; i due contratti rimangono indipendenti l’uno rispetto all’altro e reciprocamente assoggettati alla disciplina legale e contrattuale di competenza.

È indubbio che sotto questo profilo il ricorso alla figura del “promodipendente” – se vista in prospettiva – potrebbe interessare un’ampia fascia del middle management e delle alte professionalità (normalmente con anzianità di servizio ed età più elevate).

Si tratta, dunque, anche di un primo timido approccio all’apertura del nostro settore verso altri settori, contigui o affini al nostro, in cui risulta altrettanto forte la presenza di professional ed di alte professionalità, anche se con mestieri diversi, consentendoci in futuro di allargare gli orizzonti entro cui confrontarci.

La proposta di nuovi modelli di banca, in cui la consulenza, non solo finanziaria, dovrebbe costituire il vero prodotto da offrire alla clientela, passa anche da sperimentazioni come quella prevista da questo accordo: progettare una “nuova banca della consulenza”, significa dover scegliere tra avere una “rete di consulenti” o i “consulenti nella rete”, con impatti molto diversi sugli organici e sulle opportunità generabili per il personale all’interno delle aziende bancarie. La scommessa del “promodipendente” è, dunque, un passo avanti nella direzione di una vera, positiva, riforma del sistema bancario.

La vita è un processo
in cui si deve costantemente scegliere
tra la sicurezza (per paura e per il bisogno di difendersi)
e il rischio (per progredire e crescere).
Scegli di crescere almeno dieci volte al giorno.
(Abraham Maslow)