#23 Certificare le competenze per valorizzare le professionalità

La certificazione delle competenze e la valorizzazione delle professionalità rappresenta nel dibattito attuale uno dei temi più discussi, anche per quel che riguarda il middle management.

L’evoluzione del mercato del lavoro rende sempre più indispensabile l’individuazione dei profili professionali, e questa non può prescindere da un protocollo a cui tutti i soggetti interessati (parti sociali, associazioni di categoria, parti datoriali) possano fare riferimento.

Il modello elaborato nel sistema bancario, ad oggi, fa riferimento a quello del Fondo Banche Assicurazioni (FBA), predisposto in collaborazione tra le organizzazioni sindacali e l’ABI.

Il manuale delle certificazioni delle qualifiche delle banche commerciali, ispiratosi all’European Qualifications Framework (EQF), raccoglie al suo interno un’ampia mappa dei profili professionali ed un sistema di certificazione delle competenze e delle qualifiche.

Non si può inoltre ignorare il quadro legislativo di riferimento, sia a livello comunitario che nazionale, quale il d.lgs n. 13 del 16/1/2013, la direttiva europea 2013/55 UE e non ultimo il d.lgs. n. 15 del 28/1/2016.

Sempre in Europa è stato avviato, con l’obbiettivo di creare un quadro giuridico comunitario, un progetto che riguarda la contrattazione collettiva transnazionale che valorizzi anche il ruolo dei CAE (Comitati aziendali europei) come centro di raccolta di informazioni e di consultazione per giungere ad un processo condiviso di validazione dei percorsi formativi.

Resta, tuttavia, molta strada da fare affinché dal piano delle buone pratiche si passi a quello della costruzione dei diritti, che per i lavoratori è sostanziale tanto sul fronte del riconoscimento della professionalità quanto su quello della costituzione di tutele che li accompagnino nei percorsi di mobilità.

Nella fase di profondo cambiamento in atto la certificazione delle competenze non può non interessare anche la popolazione dei colleghi con professionalità più elevate; ciò anche in considerazione dei processi di mobilità professionale che sempre più interagiscono con l’esterno del nostro settore, là dove una certificazione chiara e spendibile potrebbe apportare grandi vantaggi sia alle aziende che alle persone interessate: proprio in tal senso va l’iniziativa che FIRST CISL ha deciso di offrire ai propri dirigenti iscritti avvalendosi di organizzazioni leader a livello mondiale.

I continui cambiamenti nel settore del credito che interessano sempre più l’organizzazione del lavoro, con la creazione di nuove figure professionali, rappresenta la vera sfida per le parti sociali, e si renderà sempre più necessario, quindi, elaborare un nuovo contratto sociale per tutte le forme di lavoro (subordinato, autonomo, appalto, ecc.).

Come è stato spesso evidenziato nei vari dibattiti, e ferme restando le nostre perplessità al riguardo, il tempo potrà essere sempre meno la misura del salario, mentre la responsabilità del risultato, non più limitandosi alla mera messa a disposizione delle proprie energie psico-fisiche per le 7,30 ore al giorno, assumerà una rilevanza sempre più consistente.

In tale ottica, pertanto, la capacità di selezionare le informazioni e la formazione permanente, attività necessarie per la riqualificazione, saranno indispensabili per una mobilità professionale all’interno dell’impresa e nel mercato del lavoro generale. La creazione di nuovi modelli di certificazione delle competenze, pertanto, dovranno contenere – vedi il “bilancio delle competenze” dell’esperienza francese – gli strumenti necessari al “nuovo” lavoratore, che diventa soggetto attivo e responsabile del rapporto di lavoro.

La qualità resterà per molto tempo
dopo che ci si sarà scordati del prezzo
(Slogan di una campagna di Gucci)