#12 Costruire progresso sociale per realizzare nuovi modelli di relazioni

Nel dare sostanza al proprio progetto partecipativo FIRST CISL ha la consapevolezza che non può limitarsi a prendere in considerazione esclusivamente un modello di relazioni industriali, ma che deve concentrarsi anche e soprattutto su un complessivo modello di società.

Un modello partecipativo non regola, dunque, solo il rapporto tra lavoro e capitale, ma regola i rapporti tra cittadini e istituzioni, tra differenti appartenenze sociali, tra portatori di culture, etnie ed abilità diverse.

Il modello partecipativo corresponsabilizza ognuno al bene comune e lo motiva a farsi carico dei problemi altrui.

È per questo che FIRST CISL ha, da subito, integrato nella propria attività una serie di iniziative, che cambiano il paradigma tradizionale dell’attività sindacale.

La consapevolezza che gli ultimi tre decenni, dominati dalla globalizzazione della finanza e della sperequazione sociale, anziché dalla condivisione della democrazia e dei diritti umani, abbiano minato i principi culturali ed etici su cui si debbono incardinare società partecipate e democratiche, ci ha portato a considerare, tra i nostri doveri, anche l’impegno orientato a dare un contributo concreto al rilancio dei valori della legalità e della integrazione culturale.

Siamo coscienti che la corresponsabilizzazione delle genti sia possibile solo attraverso il dialogo e la fiducia e che il terreno fertile nel quale il dialogo e la fiducia potranno rafforzare le proprie radici e dare frutto non può che essere che quello dello scambio culturale, del riconoscimento delle proprie e altrui radici, della messa in comune del linguaggio e delle idee per il dialogo; e quello della legalità, della certezza e uguaglianza del diritto, dell’affidamento alla legge di fronte all’ingiustizia per la fiducia.

Valori, quelli della legalità e dell’integrazione culturale, che per altro verso si pongono anche a fondamento della costruzione di modelli organizzativi d’impresa socialmente sostenibili, che sono la vera sfida della produttività del terzo millennio.

Dunque, FIRST CISL prosegue, con rinnovata consapevolezza, una storia di impegno civile, oltre che sindacale, nata oltre vent’anni fa in FIBA CISL, unica organizzazione sindacale a partecipare alla costituzione di Banca Popolare Etica.

Nel tempo abbiamo integrato il confronto dialettico sui grandi temi economici e sociali con la capacità e il coraggio di elaborare e sostenere proposte e soluzioni concrete: la battaglia per una legge popolare che ponga un tetto alla retribuzione dei manager è una prova evidente di come questa evoluzione del nostro modo di pensare e di agire sia pienamente entrata a far parte del nostro dna.

L’attenzione agli evidenti e intollerabili squilibri delle retribuzioni manageriali dovrà proseguire ed ampliarsi, perché, sebbene la nostra proposta di legge attenda ancora l’esame parlamentare, noi siamo convinti che si debba insistere su questo tema, approntando e sostenendo, per esempio, proposte relative ad un diverso indirizzo dei compensi manageriali, oltre che alla loro limitazione quantitativa.

Il nuovo capitalismo manageriale, che negli anni ha usurpato quello imprenditoriale, ha bisogno di regole che impongano comportamenti socialmente sostenibili: in particolare i manager bancari dovrebbero essere almeno parzialmente misurati sulla capacità di produrre reddito sociale, dirigendo attività che trovano la loro ragione esistenziale nella capacità di produrre sviluppo per il tessuto economico e sociale su cui insistono.

Ancorare almeno un terzo della retribuzione del top management ai risultati sociali prodotti – quali l’incremento dell’occupazione, la qualità del credito erogato, la stabilità di valore dei titoli emessi, l’accrescimento di valore del risparmio gestito, la formazione erogata, l’educazione finanziaria dei clienti, la customer satisfaction, la rinuncia a finanziare attività contrarie all’interesse della comunità, come il commercio di armi da guerra – potrebbe essere una soluzione attuabile per indurre comportamenti maggiormente responsabili, permettendo alla banca, ai lavoratori e all’intera collettività di beneficiarne nel tempo, sia in termini di crescita, sia in termini di sostenibilità.

Il nostro posizionamento in questi anni ci ha visto e ci vede coerentemente protagonisti anche di altre battaglie, quale quella a difesa del modello di banca popolare e cooperativo, quella a difesa della legalità sui posti di lavoro con centinaia di assemblee per formare i lavoratori su MIFID a e Antiriciclaggio, quella di proposta di nuovi modelli di servizio per le aziende bancarie, più responsabili e più attenti alla sostenibilità dello sviluppo, o, infine, quella, recente, a difesa di una sana e corretta gestione del credito deteriorato, a beneficio non solo delle aziende e dei lavoratori, ma anche delle imprese e delle famiglie in difficoltà.

Un modello economico globalizzato richiede attori di dimensioni tali da poter competere in uno scenario europeo e mondiale, ma le nostre comunità hanno bisogno di modelli finanziari ed economici attenti al locale, ai territori, al welfare e alla sostenibilità perché da qui passa la capacità intrinseca alla resilienza di una nazione.

Con un modello di welfare pubblico ed aziendale più arretrato che nel resto d’Europa e con dati occupazionali al limite del crack sociale e generazionale determinato da una politica di innovazione tecnologica volta ad escludere piuttosto che a valorizzare la forza lavoro, da una ricerca incessante di efficienza e di riduzione dei costi fine a se stessa, tanto nel pubblico che nella grande e media impresa, la nostra tenuta è da trovare in un modello economico di “comunità a misura d’uomo”, in cui il progresso non sia un numero ma un valore ed alla base del quale troviamo le imprese cooperative e il mondo del Terzo Settore.

FIRST CISL, elevando la propria politica sociale e contrattuale al di fuori dei confini di un settore e oltre la difesa delle prerogative contrattuali, vuole aprire e destinare parte delle proprie energie ad una comunità più ampia, nazionale, composta dalle famiglie dei nostri associati e dai territori nei quali essi sono stabiliti; detta comunità, a cui destiniamo pratiche di responsabilità sociale, valori positivi e cultura, attraverso il rafforzamento di un’economia della conoscenza e della fiducia, rappresenta il nostro Paese.

La crisi di un modello economico liberista senza regole ha prodotto un enorme numero di vittime, travolte dalla solitudine civile e dalla sfiducia sociale; la ricerca della dignità e della centralità della persona, e la tutela delle relazioni sociali nella comunità necessitano di un luogo nuovo, più ampio, dove la passione civile possa direttamente contribuire a produrre un’economia e un’ecologia integrate.

Nell’arricchire in continuità questo processo di partecipazione popolare e sindacale, FIRST CISL ha determinato la costituzione di FIRST SOCIAL LIFE.

Unica associazione culturale di promozione sociale indipendente, FIRST SOCIAL LIFE, nata nel cuore del sindacato, sostenuta – per il suo proprio funzionamento – dagli impegni economici di FIRST CISL, e viva grazie alla partecipazione dei soci, oggi è titolare di progetti complessi che ci indirizzano verso un nuovo modello di economia, compatibile con il progresso della comunità, un modello di economia della conoscenza che realizzi benessere sociale ed individuale.

FIRST SOCIAL LIFE, in parallelo ed integralmente con le finalità politiche di FIRST CISL, è luogo della Federazione, ne condivide il medesimo panorama culturale di indipendenza, laicità, pluralità, rappresenta il laboratorio civile per la partecipazione popolare ai medesimi impegni di valore della Federazione e raccoglie il consenso di giovani, istituzioni della Repubblica, imprese sane e cittadinanza attiva attraverso gli strumenti sociali della produzione culturale nel mondo del lavoro e della comunità.

Spetta ora al Congresso delineare in modo strutturale il collegamento tra le attività di FIRST SOCIAL LIFE, la partecipazione a Banca Etica e tutte le attività politiche, formative e negoziali che FIRST CISL mette in campo per dare alla propria attività sindacale un respiro sociale che vada oltre la mera rappresentanza di interessi di parte.

La prospettiva di un settore dedicato e specializzato in questo raccordo ci pare coerente con l’impostazione organizzativa di FIRST CISL e utile a sviluppare ulteriori filiere di interesse sociale che riguardino anche i temi dell’abbandono sociale, delle pari opportunità e della violenza di genere, delle disabilità.

La democrazia può resistere
alla minaccia autoritaria
soltanto a patto che si trasformi,
da “democrazia di spettatori passivi”,
in “democrazia di partecipanti attivi”,
nella quale cioè i problemi della comunità
siano familiari al singolo e per lui importanti
quanto le sue faccende private.
(Erich Fromm)