#7 Formare il presente per dare forma al futuro

Le politiche contrattuali non sono di per sé sufficienti a costruire le migliori condizioni di lavoro.

Ponendo il lavoratore, e soprattutto l’associato, al centro dell’agire del sindacato, la strategia da perseguire è quella di integrare le politiche contrattuali con quelle comunicative, associative ed organizzative in modo tale che siano coerenti per tutta l’Organizzazione.

Le prime concrete iniziative intraprese in coerenza con tale strategia sono: l’attività di formazione per specializzare i quadri sindacali delle delegazioni trattanti; l’accentramento in un sistema informativo, una libreria dei dati aziendali di tipo contrattuale, economico ed organizzativo (LICEO); lo sviluppo di sistemi di analisi delle informazioni a supporto delle scelte strategiche sindacali (sistema “Polaris”).

Le informazioni sono patrimonio dell’organizzazione e la loro circolarità è un fattore di sviluppo dell’organizzazione stessa. Le nuove tecnologie, come la digitalizzazione delle informazioni, ci possono venire in aiuto e devono essere utilizzate senza anacronistiche ritrosie sia nella comunicazione interna che in quella esterna.

L’idea di fondare un sindacato che sviluppi idee di futuro alternative a quelle che hanno dominato l’economia e le politiche sociali negli ultimi decenni, ma anche non nostalgiche di quelle ormai superate dalla storia dei cinquant’anni successivi alla fondazione della nostra Repubblica, impone, tra le priorità, quella di formare alla rappresentanza le nuove generazioni di lavoratori, per forza di cose tanto diverse da quelle passate, ma, non di meno, consapevoli del ruolo che dovranno giocarsi nel corso della loro vita professionale.

Il positivo rapporto tra le generazioni rappresenta un indice del dinamismo della nostra Organizzazione e le dona linfa vitale, fatta di nuove sensibilità, nuovi linguaggi, nuovi modi di comunicare, nuove intelligenze collettive, nuovi slanci di militanza, tanto più in un contesto in cui la prossima uscita dal ciclo produttivo di molti lavoratori, tra cui molti quadri sindacali e l’applicazione crescente delle nuove normative del lavoro (Jobs Act) costringerà tutti i sindacati a rivedere profondamente i propri organici e a trovare nuove formule di coinvolgimento dei lavoratori nell’attività sindacale.

In questa prospettiva, i giovani sono e saranno costantemente sostenuti nel percepirsi e costituirsi come gruppo sociale e all’interno dell’organizzazione verranno messi in grado – anche con un progetto specifico di azione e formazione – di offrire un contributo critico e costruttivo sia alle politiche organizzative, sia alle politiche contrattuali, in modo da integrarne le sensibilità e caratterizzarne l’azione.

In questa riflessione trova spazio la logica delle quote previste per gli under 35 nella composizione delle liste congressuali: chiedendo loro di assumersi responsabilità già da oggi, possiamo preparare i giovani all’onore e all’onere di guidare l’Organizzazione domani.

Questo deve tuttavia avvenire senza correre il rischio di perdite di esperienza, e dunque anche con l’attivazione di percorsi di affiancamento nelle responsabilità, di formazione specifica, nell’ambito di una politica dei quadri lungimirante quanto concreta, che investa risorse economiche e agibilità con significativa coerenza.

In questa chiave, la formazione assume un ruolo quanto mai centrale nella Federazione.

La formazione è, per noi, innanzitutto presidio identitario dinamico, attraverso cui interpretare ed esprimere i valori ed i principi fondanti alla luce dei cambiamenti che si susseguono nel tempo e “nutrire” riflessioni politiche e azioni in linea con un mondo complesso e in continua evoluzione.

Scopo principale della formazione è, dunque, contribuire a tradurre i valori, le politiche, le strategie sindacali in comportamenti concretamente agiti nei diversi ambiti e ruoli organizzativi, in modo da sostenere la crescita di una cultura organizzativa comune e condivisa e dare forte impulso alla coesione interna.

La formazione, come previsto da statuto e regolamento, è fornita in modo integrato e coordinato dalla Federazione nazionale e dalle Federazioni regionali.

È la modalità principale per valorizzare il quadro sindacale mettendo la sua crescita al centro dell’azione della Federazione.

A tale scopo le strutture regionali dovranno impegnarsi a garantire soglie minime obbligatorie annuali di formazione per dirigente sindacale.

La formazione sindacale di tutti i livelli della Federazione sarà orientata:

  • nei confronti delle persone, allo sviluppo delle conoscenze tecnico-specialistiche e politiche, nonché delle capacità di gestione del ruolo sindacale ricoperto;
  • nei confronti dell’Organizzazione, all’aumento dell’efficienza e dell’efficacia delle strutture e dei processi.

Per centrare i propri obiettivi, il sistema formativo è improntato a criteri di qualità, a modalità attivo-esperienziali, all’implementazione di piani d’azione sul campo, alla valutazione di processo e di impatto.

La selezione dei partecipanti ai corsi è oculata e la formazione il più possibile mirata e rivolta a target specifici, coinvolgendo il corsista “giusto” al corso “giusto”, tendenzialmente sul modello della formazione “a chiamata”.

Coerentemente al crescente ruolo organizzativo e negoziale del livello sindacale aziendale, la formazione specifica ad esso rivolta – la cui competenza è riservata alla funzione nazionale –diventa sempre più centrale.

Per valorizzare e consentire la massima partecipazione alle iniziative, ciascun livello dell’Organizzazione deve essere disponibile a divulgare il proprio piano formativo, mentre la funzione formazione nazionale avrà il compito di fare sistema, mettendo insieme tutto quanto realizzato in campo formativo dai vari ambiti organizzativi.

La formazione nazionale offrirà inoltre – in particolar modo nella fase di analisi dei bisogni formativi e organizzativi – uno stimolo dialettico e innovatore alle realtà con cui interagisce, con approccio di tipo consulenziale interno.

Le attività formative saranno presidiate dalla funzione formazione nazionale anche proseguendo nella consueta attenzione alle opportunità offerte dagli avvisi europei e dai fondi di formazione interprofessionale.

La prima, in collaborazione con l’associazione APF (Alte Professionalità Finanza Credito Assicurazioni), prevede la partecipazione a bandi comunitari, e consente l’accesso ad una visione più ampia delle dinamiche contrattuali e delle prospettive del settore ed è utile al consolidamento della rete di relazioni della Federazione in ambito europeo attraverso il coinvolgimento attivo di sindacati di settore di Paesi dell’Unione, delle Confederazioni Europee (Ces/ETUC e UNI Europa Finanza) e dei principali istituti di ricerca del continente.

In questa ottica la Federazione continuerà a valorizzare le opportunità di partecipazione diretta alle attività dell’ETUI, l’Istituto di formazione e ricerca della CES (la Confederazione europea dei sindacati), per consentirci di lavorare in linea con le priorità politiche del sindacato europeo e di contribuire ai migliori standard internazionali.

Per quanto riguarda le opportunità offerte dai fondi di formazione interprofessionale di settore (FBA – Fondo Banche Assicurazioni – e Fondir) la Federazione continuerà a partecipare attivamente nel presidio/orientamento delle strategie dei fondi, nella verifica della qualità dei progetti e dei processi formativi della formazione erogata ai lavoratori sia in sede di valutazione dei comparti dei fondi stessi che nelle specifiche commissioni formazione di gruppo/azienda, nella realizzazione di iniziative formative – anche unitarie con le altre organizzazioni sindacali confederali di settore – in linea con le politiche della Federazione.

Il coinvolgimento nei piani formativi dei sindacalisti più giovani, assieme a quelli più esperti, sarà peraltro funzionale a preparare l’Organizzazione a innovare la propria capacità negoziale in contesti aziendali di cui noi stessi chiediamo il cambiamento.

Non si tratta di abbandonare i tradizionali strumenti di tutela del lavoro per fare un salto nel vuoto, ma di sperimentare le possibilità consentite dalla legge per individuare le modalità più efficienti per rappresentare e valorizzare i nuovi lavori, evitando che essi nascano e si strutturino al di fuori del nostro perimetro di competenza.

Anche a questo scopo la formazione sarà determinante nel creare le condizioni di allineamento culturale nel gruppo dirigente della Federazione, facendolo sentire realmente coinvolto e partecipe in una rinnovata consapevolezza comune, condivisa e non solo enunciata, delle nuove frontiere negoziali da raggiungere.

Dimmi e io dimentico;
mostrami e io ricordo;
coinvolgimi e io imparo.
(Benjamin Franklin)