#1 La nascita di First Cisl, un passo oltre i confini

Quando, circa tre anni fa, cominciammo a immaginare la nascita di FIRST CISL, attraverso la fusione di FIBA CISL e DIRCREDITO, il progetto sembrò essere, a molti, una velleitaria aspirazione.

Dopo meno di un anno, però, quel progetto si concretizzò nella nascita di un “sindacato nuovo”, recuperando alla memoria lo slogan che segnò l’inizio di un’altra straordinaria e visionaria avventura, quella della CISL.

FIRST CISL, che celebra il suo primo congresso, nasce dunque dalla generosa e coraggiosa volontà di due Organizzazioni di andare oltre se stesse, oltre la propria pur gloriosa e ancora attuale storia, superando le differenze e mettendo in comune le esperienze per costruire un progetto sindacale proiettato nel futuro.

Nel percorso che ci ha portati sin qui, il gruppo dirigente, tutto, che ha condiviso e accompagnato il progetto di costituzione di FIRST CISL, ha dimostrato di essere straordinariamente maturo e lungimirante: non solo il gruppo dirigente nazionale che ha, per primo, immaginato e voluto questa innovazione, ma, soprattutto, quello periferico che l’ha sostenuta e consentita, scommettendo su se stesso e sul proprio futuro.

Non ci hanno certamente fermato i cancelli che abbiamo dovuto aprire e superare nel nostro cammino.

Erano i cancelli che per ciascuno di noi facevano da confine alla propria storia, ai propri simboli, al proprio nome, alla preoccupazione di non essere compresi dai propri iscritti o di essere fagocitati o corrotti da altri, perché anche per noi, come per chiunque, può farsi avanti talvolta il pregiudizio che oltre i nostri confini ci sia qualcuno che ci è peggiore, da temere e tenere distante.

Eppure siamo stati in grado di ridisegnare la mappa della rappresentanza sindacale nei comparti delle banche, delle assicurazioni, della riscossione e delle authority.

Innanzi tutto realizzando l’idea, originale e precedentemente mai da nessuno praticata, di tenere realmente insieme la tutela di tutti i livelli professionali nel proprio ambito di rappresentanza; idea, non a caso, inseguita nel giro di pochi mesi da tutte le organizzazioni del settore, a dimostrazione della lucidità dell’intuizione messa in campo.

Poi, perseguendo con determinazione, sin dal nostro evento di presentazione del 25 maggio 2015, il proposito di incidere nelle relazioni del settore finanziario, spingendo verso la realizzazione di strumenti di coinvolgimento dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro e nella gestione delle imprese.

E, inoltre, rivendicando con convinzione l’idea che parlare di nuovi modelli di banca e di coinvolgimento dei lavoratori significa anche parlare di nuova regolazione del lavoro, di nuovi contratti, di nuovi modelli retributivi; significa ripensare all’impianto negoziale generale, portando a compimento il percorso di affermazione della contrattazione aziendale e di gruppo per gestire al meglio le specificità delle imprese e dei comparti di riferimento e puntando, nel contempo, all’allargamento del perimetro della contrattazione nazionale per garantire un’unica copertura di diritti e tutele a tutti i lavoratori attivi all’interno del settore finanziario.

FIRST CISL si fonda dunque sull’ambizione di essere il primo sindacato del settore finanziario non per numero di iscritti, eventuale condizione, questa, non ipocritamente disdegnata, bensì per idee e capacità di proposta e di analisi, per disponibilità all’innovazione e per modernità del modello di rappresentanza individuato.

I primi a varcare i confini del pregiudizio che vorrebbe i lavoratori divisi tra poveri e ricchi, direzionali ed esecutivi.

I primi a voler superare il confine che divide e distanzia il capitale e il lavoro.

I primi a voler allargare i confini della propria contrattazione, senza avere remore a condividere con altri, se il progetto si avvererà, il proprio ruolo e la propria autonomia.

I primi a sperimentare modelli organizzativi compatibili con un ruolo sempre più politico della contrattazione aziendale e di gruppo.

I primi, in un mondo in cui si costruiscono muri e barriere di filo spinato per presidiare i confini, ad essere stati invece capaci di fondere diverse storie, passioni, matrici culturali e professionali in un unico progetto sindacale, rinunciando alla propria “etnia” e disegnando un nuovo insieme a cui confini non vogliamo mettere.

Confine diceva il cartello
cercai la dogana, non c’era
non vidi dietro il cancello
ombra di terra straniera.
(Giorgio Caproni)