“Dossier BCC” sotto esame.

Giovedì i sindacalisti cislini della First provenienti dal centro e sud Italia, riunitisi nella sede nazionale della CISL in via Po a Roma, hanno preso in esame i vari “faldoni” del “dossier BCC”.

A tener banco varie questioni, tutte fra loro collegate in modo più o meno diretto: riforma del credito cooperativo; rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro ormai scaduto da quattro anni; accordi regionali sulla produttività; funzionamento degli enti bilaterali di welfare contrattato.

Alla presenza del responsabile nazionale di CooperFirst Alessandro Spaggiari, la dirigenza del centro e sud Italia di CooperFirst, coordinata a livello nazionale da Giovanni Sentimenti, ha dibattuto sulle prospettive del Credito Cooperativo, il quale – superata la prospettiva iniziale di una ipotesi di riforma che lo avrebbe di fatto archiviato, anche grazie alle iniziative messe in campo dalla Cisl e dalla First – si trova ora alla vigilia della scissione in due grandi gruppi nazionali contrapposti facenti capo rispettivamente a ICCREA e CCB, ai quali si aggiunge il gruppo locale di Bolzano.

Lotta fratricida, quella in corso nel mondo BCC, che a causa del prevalere troppo spesso di logiche “terze”, rispetto a quelle industriali e di orientamento alla “missione elettiva e comune”, sacrifica con l’unità anche la capacità competitiva di prospettiva, creando i presupposti per turbolenze occupazionali ben oltre quelle inizialmente desumibili dall’impianto della legge di riforma, o in conseguenza dell’impatto della crisi iniziata nel 2008.

E a proposito del lascito della crisi, certamente pesante, sosteniamo tuttavia che se fosse gestito con  visione strategica e  compattezza, potrebbe essere trasformato addirittura in una opportunità essendosi liberati spazi (massiccia chiusura di sportelli delle banche ordinarie) e segmenti di mercato (retail, famiglie produttrici, piccole imprese ad alto potenziale innovativo o qualitativo) che una prossimità virtuosa potrebbe agevolmente intercettare ed accompagnare stabilmente nella crescita.

Non devono essere sprecate occasioni e risorse importanti: questa la chiara posizione della First Cisl.

Conseguentemente le risorse vanno finalizzate e non divise, in quanto rappresentano il presupposto della stabilità e competitività: dall’esigenza di solidità patrimoniale attuale e prospettica imposta dai regolatori, alla necessità improrogabile d’investimenti miliardari in innovazione tecnologica e delle competenze (vedi i c.d. “competitors”); dalle esigenze di gestire nel migliore dei modi le prevedibili ristrutturazioni con le relative ricadute di esuberi e riconversioni (comprese le federazioni e le società delle quali nessuno parla), al dovere di  rappresentare un supporto efficiente e continuativo per l’economia di riferimento con uno sguardo a ulteriori segmenti di mercato non tradizionalmente presidiati.

La BCE, anche per il tramite della Banca d’Italia, presidierà con rigore la stagione di avvicinamento e poi il varo dei gruppi e delle relative capogruppo, sottoposte alle medesime regole, di cui monitorerà l’adeguatezza, la stabilità e la solidità, che saranno richieste già in fase d’avvio. La nascita delle stesse capogruppo sarà infatti un punto di partenza di un’avventura nuova dagli esiti tutt’altro che scontati tant’è che il legislatore ha previsto, al verificarsi di carenze patrimoniali apprezzabili, la possibilità che sia il MEF ad autorizzare la ricapitalizzazione della Capogruppo con ricorso al mercato e riduzione della quota posseduta dalle bcc al di sotto del 50%.

Insomma, tutto consiglierebbe una convergenza degli sforzi, delle energie e delle risorse che allo stato non c’è, ma ci auguriamo che possa ancora accadere per il bene di tutti a partire dai lavoratori e dalla importante funzione affidata alla  banche di credito Cooperativo che ciascuno dichiara di voler preservare.

I sindacalisti Cislini hanno poi sviluppato tutti gli ulteriori temi e con riferimento al CCNL hanno rimarcato l’inspiegabile ritardo (oramai unico in Italia), che continua a caratterizzarne il rinnovo in quanto sempre ostaggio di una discussione priva di realismo e buon senso, nella quale Federcasse continua a prefigurare interventi fortemente invasivi privi di qualsiasi ancoraggio ad analisi rigorose e prospettive industriali concrete. Non è questa la strada, né possono essere queste le modalità.

In chiusura è stato affrontato il tema dell’imminente fase elettiva per comporre l’assemblea dei destinatari di Cassa Mutua Nazionale, che rappresenta uno tra gli istituti bilaterali di sistema istituiti per via contrattuale dalle parti. Ci piacerebbe fosse un momento di vera partecipazione democratica esercitata attraverso il voto di lista e la preferenza da assegnare al candidato prescelto, per dimostrare l’attenzione, ma anche il controllo dei quali questi preziosissimi strumenti necessitano per svolgere con trasparenza, rigore e lungimiranza la propria missione al servizio degli aderenti.