L’impegno di Romani in apertura del Primo Congresso First Cisl

“Rivolgo il mio pensiero a coloro che non partecipano a questo congresso, perché un lavoro lo avevano e non ce l’hanno più. Colleghi di aziende colpite da una crisi di cui quei lavoratori non avevano alcuna responsabilità, come quelli licenziati, di Hypo Alpe Adria, o quelli, incentivati alle dimissioni, di Cariferrara, o quelli, ai più sconosciuti, di società come SEBA e SEDA, vittime della crisi di Banca delle Marche. A questi non possiamo più dire che al primo licenziamento tutto il settore sarà mobilitato, o promettere che troveremo il modo per ricollocarli, come, magari, per qualcuno, in modo occasionale,  e’ stato singolarmente fatto. A questi colleghi posso solo dire che mi batterò, ci batteremo, per impedire che siano dimenticati e per scongiurare il pericolo che quanto è successo a loro possa accadere ancora ad altri. Posso dire che mi batterò, che ci batteremo per affermare idee, proposte, scelte che rendano possibile l’0ccupazione e la rioccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori, loro compresi, in un lavoro che oggi è da ricostruire”. Con queste parole Giulio Romani dà avvio alla sua relazione in apertura del Congresso.