La Prealpina, Ubi addio ai piccoli centri, First Cisl, non conoscono le realtà

In provincia di Varese, 10 comuni si preparano a sperimentare gli effetti della chiusura degli sportelli bancari decisa da Ubi. A riportarlo è “La Prealpina” con questo titolo: “Ubi chiude 10 mini sportelli. Piccoli paesi svantaggiati. Nicola Antonello, che firma l’articolo, scrive: “Sono dieci i paesi e i quartieri del Varesotto dove Ubi Banca potrebbe chiudere i suoi mini-sportelli. Finché ciò non avverrà fisicamente, potrebbero esserci dei retromarcia, tuttavia le chiusure dovrebbero riguardare Daverio, Castiglione Olona, Casale Litta, Lozza, Clivio, Bolladello di Cairate, Castelseprio, ma anche tre sportelli situati nelle principali città della provincia: Varese-Bizzozero (presso la Bassani Ticino), Busto Arsizio (via Foscolo) e Gallarate (via Marsala). Soprattutto nei piccoli centri ciò creerebbe qualche disagio, specialmente agli anziani, ma la capillarità e il radicamento impressionante sul territorio di Ubi Banca garantirà ugualmente la presenza a una distanza relativamente breve rispetto a dove, prima, andava la clientela”.

Il quotidiano lombardo spiega il punto di vista di Ubi contenuto nel piano industriale 2019/20 “e segue un trend comune all’intero mercato, che prevede una selettiva riduzione della presenza fisica, dove economicamente non sostenibile, e il potenzi amento dei servizi. La sua realizzazione è affidata in questi mesi alle strutture gestionali della banca, tradizionalmente attenta alle esigenze del territorio in termini di mantenimento dei livelli di servizio, affidabilità e modernità. Nella provincia di Varese le chiusure riguarderanno solo le filiali caratterizzate da un minore afflusso di clientela. Al contempo la banca prevede un importante piano di investimenti che porterà alla ristrutturazione di circa cinquanta filiali sia nella città di Varese sia nella provincia con importanti ricadute anche sull’economia locale”

“La Prealpina” dà la parola al segretario di First Cisl dei Laghi, Alberto Broggi: “Per questi mini-spesso le chiusure avvengono senza conoscere le realtà del territorio. I lavoratori vengono ricollocati, ma il problema è per i paesini e i quartieri che perdono i loro storici sportelli. Senza contare che, fra le ex sedi della Banca popolare di Luino e di Varese e l’ex Credito varesino, una decina di anni fa si sono persi già un centinaio di sportelli. Insomma, una banca che ha fatto del radicamento un suo punto di forza, ora rischia di vedersi affievolire questa caratteristica. Inoltre – prosegue Broggi – a Varese aggiunge si era creato un polo di lavoro come contact center in cui sono impiegate una quarantina di persone. Ora questo servizio potrebbe essere spostato a Chieti e i varesini dovranno essere ricollocati di nuovo ma, nei 4-5 anni che hanno operato in questo nuovo comparto, hanno perso un po’ della loro vecchia professionalità. Chiediamo quindi che, per loro, ci sia un percorso di formazione prima di venire ributtati nella mischia”.