La Nuova Sardegna, studio First Cisl, banche indietro tutta e filiali in fuga

Lo studio di First Cisl sulla presenza degli sportelli bancari in Italia si espande nei territori regionali e tocca pure la Sardegna. A verificare gli effetti di quanto successo negli ultimi sette anni alla rete degli istituti bancari è “La Nuova Sardegna” che titola: “Banche, esodo dalla Sardegna La Cisl: Colpa della Bce”. Vicenzo Garofalo firma l’articolo e scrive: “La fuga è iniziata cinque anni fa, e non è ancora finita. Le banche scappano dalla Sardegna e nella loro ritirata hanno già travolto centocinquanta agenzie, chiuse senza battere ciglio, esodato duecentocinquanta dipendenti e salutato con la pensione altri centocinquanta impiegati, rimpiazzandone, con nuove assunzioni, solo quattordici. E il processo di estinzione va avanti, con i tre principali gruppi bancari Bper, Unicredit e Banca Intesa che hanno già annunciato un futuro immediato di altri tagli al personale e nuove chiusure di filiali, nell’ordine del 20-25 per cento. E questo senza perdere un centesimo di guadagni e di raccolta fondi”.

I dati sono estrapolati dal “Dossier sul credito in Sardegna”, elaborato da Cisl e First Cisl Sardegna e presentato, riferisce il quotidiano sardo, a Sassari da “Gavino Carta, segretario regionale Cisl Sardegna, Sergio Mura, responsabile regionale First Cisl e Pier Luigi Ledda, segretario territoriale della Cisl sassarese. Sergio Mura ricorda che “da anni denunciamo che le banche stanno chiudendo agenzie in tutta l’isola e tenendo a casa come esodati i dipendenti, pagati per non lavorare. Stanno riducendo la presenza degli sportelli bancari ovunque, ma a soffrirne maggiormente sono i piccoli centri, le zone dell’interno, che si vedono private di un presidio di civiltà e di un servizio che è essenziale per lo sviluppo economico”.
“Per i sardi parlare di banche ha sempre voluto dire parlare del Banco di Sardegna, che aveva una rete capillare di sportelli attivi ovunque. Nell’arco di pochi anni – prosegue Mura – il Banco di Sardegna ha chiuso oltre cento agenzie in Sardegna, e la cosa inspiegabile è che erano tutte agenzie in attivo. Agenzie che raccoglievano molto credito e che guadagnavano”.

Il quotidiano sardo non esita a parlare di “desertificazione” che coinvolge vari istituti attivi sul territorio regionale. “Nel triennio 2015/2017 – si legge nel rapporto Cisl e First Cisl – sono stati persi trecento posti di lavoro e questo senza che senza nemmeno un licenziamento: tutti esodati o andati in pensione e mai sostituiti con i nuovi nuovi assunti. Anzi quasi mai: le nuove assunzioni nel triennio sono state undici”.

“La Nuova Sardegna” passa in rassegna i piani industriali di Unicredit, Banca Intesa e Monte dei Paschi di Siena per appurare come l’emorragia di sportelli e posti di lavoro sia inarrestabile. Cisl e First Cisl sono sicuri nell’affermare che “parte della responsabilità di quanto sta succedendo può essere addebitata alla Banca centrale europea che da tempo eroga senza costo alle banche dell’Unione più di 80 miliardi di euro al mese. Così le banche sono disincentivate a cercare di ottenere danaro con i consueti canali di raccolta. Agenzie e lavoratori non sono più necessari. E’ necessario invece un piano di nuove assunzioni con l’ingresso al lavoro dei giovani. Per fare questo le banche possono contare su tre strumenti di sostegno che prevedono, per ogni nuovo assunto, 8 mila euro dello Stato, 4 mila euro dagli stanziamenti della Regione e 9 mila euro, in tre anni, dal Fondo di sostegno al credito. Quindi non ci sono scuse, le banche devono assumere nuovo personale”.