Il Gazzettino, studio First Cisl, in Friuli Venezia Giulia banche locali addio

Cosa succede alle banche in Friuli Venezia Giulia ? Lo studio elaborato da First Cisl sulla diffusione degli sportelli bancari in Italia aiuta a comprendere quanto avvenuto negli ultimi 7 anni. L’edizione friulana de “Il Gazzettino” dedica ampio risalto alla ricerca pubblicando un articolo di David Zanirato dal titolo: “Banche, sportelli tagliati. Sindacati in allarme”.

“Non si arresta la cura dimagrante degli sportelli bancari in Friuli Venezia Giulia – scrive Il Gazzettino -. Solo negli ultimi tre anni sono calati del 10%. Nel 2010 in regione erano attivi 955 filiali, calate a 816 nel 2016 ed ancora in flessione a 776 nel 2017, una perdita del 4,9% in un anno, del 118, 7% nell’ultimo settennato, la stessa percentuale di flessione riscontrata nella media italiana del periodo. In Friuli Venezia Giulia attualmente i paesi che possono vantare almeno un punto di riferimento per i prelievi o per le varie operazioni sono 166, sono 49 quelli in cui invece non c’è più alcun sportello. Sul fronte degli addetti, all’ultimo dato disponibile, quello di fine 2016, la quota di chi è impiegato in banca è di 4.462 persone, erano 5.311 nel 2010, un decremento di 849 pari al 16% in meno, dato leggermente superiore alla media italiana che è del 12,1%.
L’allarmante dato sul ritiro degli istituti bancari da vari porzioni di territori viene commentato dal segretario regionale Fvg, Roberto De Marchi che analizza quanto rilevato nella sua regione.

“La costante razionalizzazione in atto – si legge – sta interessando da diversi anni sia sportelli che addetti e preoccupa anche il lento impoverimento per i paesi con circa una cinquantina di comuni che hanno perso il servizio di banca di prossimità. Dopo gli ultimi casi legati alle ex filiali delle banche venete, Veneto Banca e Popolare di Vicenza, assorbiti da Intesa San Paolo, si prospetta un’ulteriore ottimizzazione pure per le filiali della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia che è stata incorporata sempre da Intesa San Paolo. C’è il sentore che anche in questo caso in molti comuni, dove si presentavano più sportelli ora facenti riferimento al gruppo, si arrivi a breve ad ulteriori chiusure”.

La soppressione degli sportelli acuisce i disagi della clientela e mette a rischio i posti di lavoro. “Anche per il personale – prosegue De Marchi – dunque potrebbe prefigurarsi un’ulteriore perdita di posti di lavoro. I tagli vengono fatti con sistemi di ammortizzatori interni al contratto di categoria, non sono dismissioni pesanti; in questi ultimi anni sono stati accompagnati circa un centinaio di operatori. Del resto c’è da comprendere che l’attività del bancario non è più quella intesa negli anni ’80, quando erano un simbolo delle famiglie medio borghesi, oggi questa professione equivale a tante annoverate tra i lavoratori “a rischio” posto di lavoro”.

Il Gazzettino evidenzia come in Friuli Venezia Giulia siano rimasti pochi istituti creditizi legati al tessuto sociale ed economico locale. “Sono sempre di meno – conclude Roberto De Marchi -, rimangono solo ormai le Banche di credito cooperativo e la Popolare di Cividale . Le altre banche hanno trovato vendite dei pacchetti azionario su altre zone; le Bcc per esempio ora stanno vivendo un momento di passaggio con le due capofila Iccrea e Cassa Centrale di Trento e cercando di capire quale potrà essere il loro dopodomani”.