Ansa, First Cisl, aree Paese senza filiali, è rischio sociale

L’Ansa rilancia lo studio di First Cisl sugli effetti della revisione della presenza degli sportelli sul territorio nazionale evidenziando come siano stati persi parecchi posti di lavoro generati da più di 6000 dismissioni di agenzie che hanno lasciato senza servizi bancari ben 383 comuni. La principale agenzia di stampa nazionale, riportando le parole del segretario generale di First Cisl, Giulio Romani, evidenzia come a restare prive di agenzie siano “le aree marginali, abitate da una popolazione più anziana che si trova costretta a mantenere in casa maggiore disponibilità di contante e questo rischia di aprire la strada alla microcriminalità: il problema sociale è evidentemente sottovalutato”. “Altrettanto sottostimato – prosegue First Cisl – è l’impatto sull’economia locale: sette anni fa c’erano 7,6 sportelli ogni 1.000 imprese, ora sono solo 6,2. In alcuni casi le chiusure sono incomprensibili: per esempio, dall’anno scorso Calice al Cornoviglio, in Liguria,, è priva del servizio bancario nonostante la zona, la Val di Vara, sia diventata celebre come vallata del biologico”.

La ricerca dell’ufficio studi di First Cisl, diretto da Riccardo Colombani, mette in evidenza come “in particolare – scrive l’Ansa – i comuni serviti da almeno una filiale bancaria erano 5.906 a fine 2010 e sono scesi a 5.523 alla fine dello scorso anno. Scorrendo il rapporto si nota come nell’Italia nord-occidentale i comuni serviti dagli sportelli bancari sono 1.923 nel 2017 con un calo del 4,6% rispetto al 2010, in Italia nord-orientale 1.258 (-/%) e in Italia centrale 786 (-6,2%) mentre al Sud sono 1.556 (-8,5%) con punte del -9,3% nelle Isole”. “Il dato più impressionante – sottolinea all’Ansa Riccardo Colombani – è che più di un quarto delle filiali perse negli ultimi sette anni è stato chiuso nel solo 2017. A fine 2010 c’erano 33.663 agenzie bancarie, il 31 dicembre scorso erano scese 27.374 e ben 1.653 chiusure si sono concentrate nel 2017. In un solo anno siamo scesi da 48 a 45 filiali ogni 100 mila abitanti. Se si andasse avanti a questo ritmo in una quindicina d’anni non ci sarebbe più alcuna presenza fisica delle banche sul territorio”. “Questi dati – afferma Giulio Romani – ci dicono che la gente non vuole la chiusura in massa delle filiali bancarie, ma anche che oggi il pensiero della clientela non ha alcun peso. Se i piccoli azionisti si potessero coalizzare in un voting trust per ciascuna banca, quel pensiero però potrebbe finalmente tradursi in una voce ascoltata e i trust potrebbero orientare il voto nelle assemblee verso obiettivi socialmente rilevanti, tra i quali può figurare certamente la difesa della capillarità del servizio bancario, con particolare riferimento alla presenza di sportelli nelle zone disagiate, come ad esempio vaste aree meridionali e insulari, la montagna o le periferie”.