Messaggero Veneto, First Cisl su disastri bancari, troppi bonus poche multe

Considerato l’effetto che le crisi delle due banche venete ha avuto su aziende e risparmiatori, non poteva non suscitare grande interesse lo studio di First Cisl sulle banche andate in dissesto che hanno puntualmente pagato i bonus ai loro manager. Il “Messaggero Veneto” ha usato un titolo di grande effetto per richiamare l’attenzione su di una vicenda dall’epilogo alquanto doloroso per i risparmiatori: “Crac banche, a pagare solo addetti e clienti”

Il redattore del servizio, Stefano Polzot, ha analizzato a fondo l’analisi curata dall’ufficio studi di First Cisl, diretto da Riccardo Colombani. “Premi ai manager e multe minime – scrive Polzot – è questo il quadro tracciato dal sindacato dei bancari First-Cisl degli ultimi anni delle banche italiane che tra default e aiuti pubblici hanno bruciato 28 miliardi. E le multe? Appena 67 milioni con, oltretutto, 118 milioni di bonus ai manager incassati negli anni. La crisi che ha colpito 10 banche italiane ha infatti lasciato profonde ferite con perdite per azionisti e obbligazionisti, esborso di soldi pubblici per lo Stato e posti di lavoro persi ma secondo l’organizzazione sindacale appunto le sanzioni a manager e istituti di credito delle banche finite in crisi dal 2011 sono state solo 67 milioni di euro. In uno studio la First rileva come inoltre ai vertici di questi istituti siano andati bonus per 113 milioni di euro”. Anche dalle colonne del quotidiano veneto il Segretario generale di First Cisl, Giulio Romani, rilancia l’idea di “serve una legge che punisca chi procura i disastri bancari mentre nei Cda deve sedere un garante pubblico indicato dalla Banca d’Italia di concerto con il Ministero per l’Economia e le Finanze e una rappresentanza minima dei dipendenti negli organi di controllo”.

“La ricerca – prosegue Stefano Polzot –  mette in fila le conseguenze della crisi su 10 banche: il Monte dei Paschi, le due banche venete integrate in Intesa Sanpaolo (Popolare Vicenza e Veneto Banca), le quattro banche “risolte” (Etruria, CariChieti e Banca Marche poi passate a Ubi e Carife poi transitata a Bper) e le tre casse acquisite da Cariparma (Carim, Carismi e Caricesena). Da lì sono arrivati: 27,6 miliardi di perdite, 10,6 miliardi di soldi pubblici utilizzati per fronteggiare le emergenze, 3,4 miliardi bruciati dal Fondo Atlante, 4,7 miliardi stanziati dal Fondo di risoluzione, 14 mila posti di lavoro perduti, cui si aggiungono altre 5 mila uscite in Intesa, 470 mila azionisti che hanno perso del tutto o in parte i loro risparmi, con l’aggiunta di migliaia di obbligazionisti, alcuni solo parzialmente rimborsati con 181 milioni del Fondo interbancario”.

Un ulteriore contributo alla comprensione del fenomeno lo do il responsabile dell’ufficio studi di First Cisl, Riccardo Colombani. “Colpisce lo scarso potere di deterrenza esercitato dai meccanismi sanzionatori delle autorità italiane ed europee, che hanno disposto provvedimenti per un importo complessivo pari all’incirca alla metà dei compensi pagati agli amministratori». La quantità maggiore le ha irrogate la Banca d’Italia, per un valore complessivo di 26,8 milioni, di cui 4,9 a Mps, 4,8 a Etruria, 4,5 a Banca Marche, 3,3 a Carife, 3,7 alla Popolare di Vicenza e 2,8 a Veneto Banca, ma non sono passate indenni neanche le altre quattro banche toccate dalla crisi, con Caricesena a 950 mila, Carim a 835 mila, CariChieti a 774 mila e Carismi a 335 mila. Non sono molto lontani in valore i 24,5 milioni di sanzioni della Consob, che si concentrano però su sei banche e riguardano per ben 9,2 milioni la Popolare di Vicenza e per 6,1 milioni Veneto Banca, mentre su Mps gravano per 5,4 milioni e su Etruria per 2,7, con Caricesena e Banca Marche a chiudere il conto rispettivamente a 638 e 420 mila euro. La Popolare di Vicenza è inoltre stata sanzionata per 4,5 milioni dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato e per 11,2 milioni dalla Bce. In tutto, l’ex banca vicentina ha ricevuto sanzioni per 28,5 milioni, comunque inferiori ai 32,2 milioni pagati nel periodo ai suoi amministratori”.

“Di fatto – conclude First Cisl – nelle due venete si concedevano compensi monstre: in sei anni gli amministratori e i top manager delle due banche hanno incassato 62,8 milioni di euro, con i drammatici esiti che sono noti a tutti”.