Libero, First Cisl, banchieri hanno bruciato miliardi, ma poche le multe

La ricerca First Cisl, sulla contraddizione tra sanzioni subite dalle banche in crisi ed i bonus percepiti dai manager, ha attirato l’attenzione del quotidiano “Libero” che dedica un ampio servizio ai risultati del dettagliato lavoro dal titolo:  “I Buchi del credito. I banchieri han bruciato 28 miliardi ma le multe si fermano a 67 milioni”.

“I manager italiani – scrive Libero – dormono poco (il 26% dorme a sufficienza per iniziare la giornata in piena forma), hanno una forma fisica insoddisfacente (il 66% deve ritrovarla), nel 70% dei casi non riescono a ricaricare le batterie nemmeno in vacanza e solo 1 su 5 delega regolarmente mansioni ai propri collaboratori. Inoltre secondo Lenovys, società di consulenza aziendale solo l’8% delle aziende ha riunioni efficienti ed efficaci e appena una su cinque opera per assicurare un buon bilanciamento tra lavoro e vita privata. Sarà, ma i manager delle banche fallite in Italia, si sono consolati con i soldi. Tanti. Bonus, anche quando i risultati non solo erano insoddisfacenti, ma addirittura catastrofici”.

“Il sindacato First Cisl, fra i principali del mondo del credito, – prosegue il quotidiano milanese – ha buttato lì un paio di numeri che gridano vendetta: dal 2011, ovvero quando la crisi dello spread è diventata incontenibile, i manager delle 10 banche poi andate a ramengo hanno portato a casa ben 113 milioni sotto forme di gratificazioni e premi. Una cifra complessiva che fa a pugni con le perdite realizzate dai rispettivi istituti. Ma al peggio non c’è mai fine: ovviamente i dirigenti che hanno portato al campo santo storiche banche, da Mps alle Popolari del Nordest passando per un’Etruria qualsiasi, non si sono nemmeno scomposti quando gli sceriffi del mercato, le autorità che dovrebbero vigilare sulla correttezza dei manager, hanno comminato loro multe. Infatti l’ammontare delle sanzioni è pari a 67 milioni. Metà dei 113 milioni di bonus incassati dagli artefici dell’olocausto dei risparmi più grande della storia italiana”.

“Libero” ha dato spazio alle considerazioni del Segretario generale di First Cisl, Giulio Romani che continua ad essere convinto della bontà della sua proposta: “serve una legge che punisca chi procura i disastri bancari mentre nei consigli d’amministrazione deve sedere un garante pubblico indicato dalla Banca d’Italia di concerto con il Ministero dell’Economia e una rappresentanza minima dei dipendenti negli organi di controllo”

“Ma se i manager non hanno pagato per i danni che hanno commesso – fa notare ancora Libero -, chi ha dovuto tappare il buco? Ovviamente i risparmiatori e i contribuenti. La ricerca First Cisl infatti mette in fila le conseguenze della crisi su 10 banche: il Monte dei Paschi, le due banche venete integrate in Intesa Sanpaolo (Popolare Vicenza e Veneto Banca), le quattro banche «risolte» (Etruria, CariChieti e Banca Marche poi passate a Ubi e Carife poi transitata a Bper) e le tre casse acquisite da Cariparma (Carim, Carismi e Caricesena). Da lì sono arrivati: 27,6 miliardi di perdite, 10,6 miliardi di soldi pubblici utilizzati per fronteggiare le emergenze, 3,4 miliardi bruciati dal Fondo Atlante, 4,7 miliardi stanziati dal Fondo di risoluzione, 14.000 posti di lavoro perduti, 470.000 azionisti che hanno perso del tutto o in parte i loro risparmi, con l’aggiunta di migliaia di obbligazionisti, alcuni solo parzialmente rimborsati con 181 milioni del Fondo interbancario. Per scoprire il nome dei colpevoli, ricorderete, era addirittura nata la Commissione parlamentare d’inchiesta sul credito tricolore. Ma, come sapevamo fin dall’inizio, non è emerso il nome di alcun delinquente. Tanto c’erano gli italiani che pagavano…”.