Il Giorno, in Brianza chiuse 61 filiali bancarie in 8 anni, soppressi 500 posti

I dati della ricerca sulle riorganizzazioni bancarie, elaborati dall’ufficio studi di First Cisl, diretto da Riccardo Colombani, vengono calati nel territorio brianzolo. Ad utilizzare le cifre è il quotidiano “Il Giorno”, nell’edizione Monza-Brianza, pubblicando un articolo di Fabio Lombardi dal titolo: “Anche le banche in crisi.  Dal 2010 persi 500 posti di lavoro”.

Nel comprensorio di Monza sono state chiuse 61 filiali comportando la perdita secca di 500 posti di lavoro. “Sono i (tristi) numeri – scrive Il Giorno – del settore bancario in Brianza. Dati che fanno vacillare il mito del posto a prova di esubero, quello sinonimo di carriera blindata e stipendio gratificante. Ma ora nemmeno i bancari, per decenni additati come una categoria privilegiata, possono stare al sicuro. Neppure quelli che lavorano in Brianza, punto di forza di un’Italia produttiva che sta inseguendo la ripresa”.

“La provincia di Monza – prosegue nel suo articolo Fabio Lombardi – non è stata risparmiata dallo tsunami che ha colpito il settore bancario a livello nazionale con 44mila posti persi (da 330mila si è scesi a 286mila) dal 2010 a oggi. Dati evidenziati da una ricerca dell’Ufficio studi del sindacato di categoria First Cisl. E la Brianza non è stata risparmiata da questa lunga onda innescata anche dalle fusioni tra banche e dal diffondersi dei conti correnti online. Tra le conseguenze, infatti, c’è una diminuzione degli sportelli: nel 2008 in Brianza ce n’erano circa 500, ora sono 439 con 3.700 addetti (dato di fine 2017)”.

“Il Giorno” non si limita a registrare la fredda ed impietosa logica dei numeri ma volge lo sguardo all’incerto futuro. “Un’altra sforbiciata è in arrivo: per effetto delle uscite già concordate con alcuni istituti, i posti che andranno persi saranno 350 in provincia di Monza. “In un contesto particolarmente complesso come quello attuale – spiega Tiziana Scala, segretaria provinciale di First Cisl Monza Brianza Lecco – non posso negare la preoccupazione per un incarico di così grande responsabilità com’è quello di sovrintendere un territorio che conta 1.500 iscritti. Il sistema del credito è in continua evoluzione, ristrutturazioni e riorganizzazioni aziendali sono ormai diventate una prassi giornaliera. Piani di esodo e fuoriuscite dal mondo del lavoro già definiti, oltre alla probabile chiusura di filiali, produrranno un ulteriore calo occupazionale anche nel nostro territorio”.