Lavoratori over 55 e solidarietà intergenerazionale

Invecchiamento della popolazione attiva, valorizzazione e tutela dei lavoratori ‘aged’: se ne parla a Valencia nei prossimi giorni nell’ambito della riunione di kick-off  del progetto presentato da First Cisl e finanziato dalla Commissione europea “The European social dialogue and the development of the solidarity between generations of workers: focus on ‘over 55’ and young workers in the finance sector. Sustainable Growth and generation gap”.

L’aumento della vita media ed il correlato invecchiamento della popolazione, sommati alla decrescita  della natalità hanno comportato vistosi mutamenti demografici in Europa, aggravando le anomalie nella piramide delle età. Si stima che nel 2060 il 29,5% della popolazione totale apparterrà alla fascia “over 65” (nel 2013 tale percentuale era, secondo Eurostat, del 18,2).

Le ripercussioni sui sistemi pensionistici sono state negative dal punto di vista finanziario e lo saranno maggiormente in futuro, comportando uno squilibrio nei conti previdenziali dei vari stati dell’Unione e più in generale sui sistemi di protezione sociale.  La risposta è stato un progressivo aumento dell’età pensionabile che ha prodotto alterazioni significative nella struttura per età della popolazione lavorativa nelle varie aziende e ciò sia a livello generale, sia nei diversi settori produttivi.

Nel settore finanziario, pressoché nello stesso periodo, ha preso avvio un forte processo di fusioni e incorporazioni teso al rafforzamento patrimoniale del sistema che ha prodotto però come effetto negativo collaterale una considerevole quantità di esuberi in termini di risorse umane nel settore. In queste fasi di riorganizzazione aziendale si sono attivati processi di espulsione di manodopera che hanno penalizzato soprattutto le fasce dei lavoratori più anziani, molto spesso appartenenti alla categoria dei quadri e dei lavoratori con maggiore professionalità. Il risultato è stata una perdita netta di conoscenze e di professionalità da parte delle aziende, quell’asset intangibile, unico, in grado di garantire continuità di successo nel tempo e permanenza di valori identitari aziendali, mediante la trasmissione di esperienze da una generazione lavorativa all’altra.

I lavoratori anziani infatti rappresentano un patrimonio di conoscenze e di esperienze da valorizzare e trasmettere alle generazioni più giovani, non certo una “zavorra” da scaricare.

First Cisl, da tempo consapevole dell’importanza di questi temi, già nel 2011 elaborò un progetto, con la collaborazione di 9 partner appartenenti a 6 paesi europei, finalizzato a conoscere meglio il fenomeno e promuovere iniziative sul tema della solidarietà intergenerazionale. Il progetto fu finanziato dalla Commissione europea , gli obiettivi ed i risultati  furono apprezzati, tanto da essere inseriti nella raccolta predisposta dalla Commissione europea sulle iniziative legate all’anno europeo dell’Invecchiamento attivo, il 2012, consultabile qui .

“A distanza di sei anni il contesto demografico e socioeconomico di riferimento non è mutato – afferma Sara Barberotti, Segretaria nazionale e Project manager del progetto –  l’invecchiamento della popolazione europea è cresciuto, l’età pensionabile è aumentata di pari passo all’allungamento della speranza di vita ed i lavoratori anziani sono sempre più considerati un problema piuttosto che una opportunità per le aziende in generale e in particolare per la crescita professionale dei lavoratori più giovani. In aggiunta a questi fenomeni si è accelerato nel settore finanziario il processo di digitalizzazione delle attività con un forte incremento delle nuove tecnologie nei processi di produzione che tende a creare una sorta di nuovo ‘analfabetismo di ritorno’ nelle classi più anziane dei lavoratori, accentuandone l’obsolescenza delle vecchie conoscenze”.

“Con queste premesse – prosegue Barberotti – abbiamo proposto alla Commissione europea avendone un esito positivo, questo progetto europeo  che mette insieme 10 Paesi europei, 9 sindacati, due prestigiose Università (di Valencia e Lodtz)  e un importante centro ricerca( Adapt), in più Uni Europa, Federmanagement e il Gruppo Intesa Sanpaolo,  con l’obiettivo di dimostrare che la risposta più efficace alle sfide dei cambiamenti demografici è la corretta gestione dell’invecchiamento della popolazione attiva attraverso politiche di solidarietà intergenerazionale e di flexicurity negoziata per i lavoratori «aged» che vadano ad integrare i sistemi previdenziali e assistenziali pubblici”.