AdessoBanca!, First Cisl e Adiconsum, Npl buco nero nel quale vederci chiaro

La necessità di un osservatorio sulle attività di recupero dei crediti deteriorati è avvertita anche dall’associazione dei consumatori “Adiconsum”. La considerazione scaturisce dal fatto che metà degli Npl sono stati ceduti a gruppi stranieri. “First Cisl : il lato oscuro della svendita di Npl”, questo il titolo di “FinanzaReport.it” che ha intervistato ha intervistato il segretario generale di First Cisl Giulio Romani che ha evidenziato come “negli ultimi tre anni le banche italiane abbiano svenduto 115 miliardi di Npl. Il 48% è andato a società internazionali, il 24% agli americani. Per dare un’idea della portata di queste cessioni, è come se fosse stata chiusa una banca grande come Ubi, la quinta per dimensioni del Paese, con un attivo di 112 miliardi. Migliaia di imprese e di famiglie in difficoltà sono state esposte al rischio di speculazioni e perfino di potenziali abusi”

Giulio Romani, rimarca ancora il web magazine economico, ha presentato un’iniziativa congiunta di First Cisl e Adiconsum per monitorare in tutto il territorio nazionale le conseguenze delle cessioni dei crediti problematici, in attuazione delle proposte del manifesto AdessoBanca! elaborato dalla Cisl e da First Cisl “per una riforma socialmente utile del sistema bancario”.

“Fra poche settimane entreranno in vigore per le banche le nuove regole in materia di crediti deteriorati – si legge sul web magazine economico – generando una sovrapposizione ancora da risolvere fra le indicazioni della Commissione e il cosiddetto addeendum della Bce. In ogni caso si prevede un giro di vite che dovrebbe colpire soprattutto gli istituti italiani, con il rischio appunto di nuove potenziali svendite di Non performing loans” si legge ancora su “FinanzaReport”.

Il segretario generale Giulio Romani e il presidente di Adiconsum Carlo De Masi concordano nel dire che “se i vertici delle banche, abbagliati dalla fretta di liberarsi dei crediti deteriorati, non pensano ai drammi sociali che ne possono derivare, ce ne facciamo carico noi che rappresentiamo i lavoratori e la clientela”. De Masi è inoltre convinto che sia necessario “costituire una rete capillare, diffusa su tutte le nostre sedi provinciali, di sportelli di ascolto e sostegno per le famiglie e le imprese assoggettate a procedure di recupero dei crediti da parte di soggetti diversi dalle banche in cui il debito era stato contratto. Lo scopo è quello di far emergere la percezione se tra i cessionari dei crediti deteriorati, venduti dalle banche, vi siano soggetti adusi a comportamenti spregiudicati o, peggio, violenti e di aiutare i debitori più deboli a non cadere nella trappola dell’usura”.

A questo fine Adiconsum ha da tempo in gestione, da parte del Governo, il Fondo di prevenzione usura, destinato alle famiglie e collaborerà con altri soggetti istituzionali e con Banca Etica per aiutare anche le piccole imprese, meritevoli, che si trovino in difficoltà.

“A livello nazionale – conclude Giulio Romani sarà operativo un osservatorio sul credito deteriorato, gestito di concerto tra Adiconsum e First Cisl, allo scopo di monitorare i diversi comportamenti nell’attività di recupero crediti, verificando se sia internalizzata dalle banche creditrici o se, invece, sia gestita da soggetti diversi cessionari dei crediti. Lo scopo è di fornire report puntuali sulle irregolarità riscontrate e sull’esito degli interventi a sostegno delle situazioni più disagiate promuovendo momenti di incontro e di riflessione pubblica sui modelli di gestione degli Npl. Si tratta di un altro importante tassello nel progetto di riforma avanzato dal manifesto AdessoBanca!, unica proposta oggi presente nel Paese per riportare le attività di gestione del risparmio e di concessione del credito nell’ambito dei valori dettati dalla nostra Costituzione”.