Abili Oltre, disability manager, le proposte delle associazioni e di First Cisl

La mostra itinerante “Abili Oltre… in Viaggio” continua a suscitare interesse e a riscuotere consenso. Le 12 opere di street art realizzate da ragazzi con disabilità e non, all’interno di laboratori artistici integrati, hanno alimentato il dibattito sulla disabilità. Ad occuparsene e il periodico Valori sempre attento alle istanze dell’economia sociale, della finanza etica e della sostenibilità. Questo il titolo dell’articolo “Disability manager, serve una riforma o è puro marketing” nel quale si legge che serve “una riforma della figura del disability manager, che riesca a rafforzare il suo ruolo all’interno di un’azienda e lo renda davvero efficace per tutelare i diritti e l’integrazione dei dipendenti con disabilità” La proposta è arrivata da  una rete di associazioni rappresentanti dei portatori di handicap ed è stata avanzata nel corso della  conferenza stampa di presentazione della mostra “Abili Oltre… in Viaggio”, organizzata dall’associazione non profit “Abili Oltre” in collaborazione con le Ferrovie dello Stato.

“La figura del disability manager – denuncia Marino D’Angelo, presidente dell’associazione che ha organizzato l’evento –  doveva essere un’innovazione utile per garantire la piena inclusione delle persone con disabilità nell’attività aziendale ma troppo spesso è introdotta nell’organigramma delle imprese solo per poter fare bella figura con gli investitori e per inserirla nel bilancio sulla Responsabilità sociale d’impresa. Così com’è è puro marketing”.

Concordi nell’esigenza di ripensare la figura del disability manager, le principali associazioni dei disabili: Fand (Federazione Ass. Naz. Disabilità), Anglat (Ass. Naz. Guida Legislazioni Andicappati Trasporti), Fish (Federazione Italiana Superamento Handicap), Uici (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti).

Il composito cartello delle associazioni interessate alla problematica ha rilanciato la proposta che a ricoprire il ruolo di disability manager siano solo persone con competenze professionali specifiche a garanzia della qualità e dell’efficacia delle azioni di inclusività.  Qualificante inoltre il suggerimento di  prevedere percorsi di long life learning specifici sui temi della disabilità fondamentali per aumentare la consapevolezza all’interno del management e quindi la qualità di vita lavorativa delle persone disabili.

Le indicazioni sono state raccolte  da First Cisl “incaricare un manager sul tema della disabilità – è intervenuto il segretario generale Giulio Romani –  è il primo passo necessario ma non sufficiente e non esaurisce la funzione aziendale di risolvere i problemi di ciascun singolo lavoratore. Occorre riformare l’idea, troppo spesso diffusa, secondo la quale sia sufficiente il rispetto formale delle direttive. Serve invece una strategia complessiva sul disability management, costruita in modo da coinvolgere tutti gli stakeholder. Anche perché tale scelta arricchisce, pure economicamente, l’azienda che la adotta”.