Mifid 2, adesso occorre valorizzare le professionalità e attuare le riforme

Tra le molte novità derivanti dall’applicazione della MiFID II, i media hanno generalmente teso ad enfatizzare gli obiettivi dell’aumento della tutela per gli investitori e della promozione di una maggiore trasparenza ed efficienza dei mercati finanziari, con particolare enfasi sulla pubblicizzazione dei costi sostenuti dai piccoli investitori.

In realtà, se da un lato la MiFID II amplia le prassi informative in favore degli investitori, dall’altro, per la complessità della normativa e delle sue implicazione organizzative e operative, talmente evidenti da far rinviare di quasi due anni l’attuazione delle nuove regole, rappresenta un’incognita rilevante per i lavoratori del settore bancario e finanziario, senza peraltro che siano stati rimosse quelle che come First Cisl da anni segnaliamo come le maggiori criticità relative all’attuazione italiana della direttiva MiFID.

Da tempo come First Cisl proponiamo alcuni interventi, di non complessa adozione, che sicuramente andrebbero a vantaggio sia dei risparmiatori, sia di chi opera nelle filiali, valorizzandone la professionalità e nel contempo proteggendolo dai possibili rischi indotti dall’insostenibilità della pressione alla vendita.

Il primo è l’istituzione di una centrale MiFID, cioè un unico questionario MiFID per tutte le banche, da inserire in un software di sistema gestito da Consob. Ogni cittadino sarebbe censito per la sua propensione al rischio finanziario una sola volta per tutte le banche e ogni innalzamento del profilo sarebbe sottoposto a verifica della vigilanza.

Il secondo è la responsabilizzazione di Consob rispetto alla valutazione sulla rischiosità dei prodotti finanziari emessi. Come noto, attualmente il rating del prodotto finanziario è valutato dall’intermediario ed a causa di questo criterio è stato possibile destinare alla vendita come poco rischiose le obbligazioni junior di banche in crisi.

La terza proposta è l’abolizione delle vendite a finestra temporale, cioè con un periodo di tempo limitato per collocare l’intero stock, perché è evidente che questa possibilità sia in contrasto con l’obbligo di non sollecitare l’acquisto ai clienti.

La quarta è quella di istituire la presenza di esperti, rappresentanti dei lavoratori e delle istituzioni, negli organi di controllo aziendali, a partire dalle Compliance, per evitare che i controlli siano totalmente subordinati alle volontà aziendali.

La quinta è quella di obbligare le banche a mettere a disposizione dei clienti una solida formazione per l’educazione finanziaria.

Anche di recente la stampa ha sottolineato la fondatezza delle nostre proposte, che continueremo a rappresentare alla politica e alle istituzioni finanziarie.

Nel frattempo, First Cisl intende affiancare le colleghe e i colleghi nell’affrontare le difficoltà operative correlate all’introduzione della MiFID II. Lo faremo con una serie di contributi che prenderanno in esame non solo la normativa nella sua generalità, ma anche le modalità con le quali la MiFID II verrà applicata nelle singole aziende, in modo da evidenziarne problematicità e lacune, su cui intendiamo intervenire anche in sede di confronto con le controparti.