Inaccettabile silenzio banche su vertenze clienti e sindacato, Consob provveda

“I numeri parlano chiaro, le vertenze promosse dalla clientela sono in continua crescita in tutto il sistema bancario. Non sono casi isolati alle situazioni di crisi. È tempo che le banche ne diano trasparente rendicontazione e che la Consob tenga conto anche di questi segnali di allarme, insieme con le segnalazioni del sindacato, nella propria attività di vigilanza. In questo modo potremo evitarci altre drammatiche crisi”: lo afferma il Segretario generale di First Cisl, Giulio Romani, a commento delle osservazioni che il sindacato ha formalizzato alla Consob in vista dell’emanazione del regolamento sui controlli delle Dichiarazioni non finanziarie (Dnf) prodotte dalle imprese.

In particolare, l’attenzione di First Cisl si concentra sulle vertenze promosse dalla clientela presso l’Arbitro per le controversie finanziarie (ACF) attivo in Consob e presso l’Arbitro bancario finanziario (ABF) con segreteria in Banca d’Italia.

“Ad ottobre 2017 – spiega Riccardo Colombani, responsabile dell’Ufficio Studi di First Cisl – le vertenze aperte presso l’ACF erano 1.660 ed hanno coinvolto ben 111 intermediari finanziari, 85 dei quali banche. Appurato che solo in 304 casi il ricorso è stato ritenuto inammissibile o irricevibile, potremmo trovarci di fronte a quasi un migliaio di esiti favorevoli alla clientela, visto che banche e operatori finanziari sono risultati perdenti nel 65% delle 170 decisione adottate nella prima parte dell’anno. Le evidenze relative all’ABF sono ancora più eclatanti, considerato che nel 2016 i ricorsi sono stati 21.652, il 59% in più rispetto al 2015, e che il consuntivo del 2017 sarà certamente più alto, poiché ad aprile erano già stati presentati oltre 10.000 ricorsi, il che significa una media di 2.500 controversie al mese contro le 1.800 del 2016 e le 1.100 del 2015”.

“Il problema – sottolinea Colombani – è che questa enorme vertenzialità è pressoché dimenticata nei rendiconti delle banche, che ad oggi possono semplicemente auto-valutare la completezza delle proprie informazioni non finanziare. Abbiamo dunque chiesto che la Consob, con il regolamento in fase di adozione, obblighi i revisori a tener conto della trasparenza in tema di vertenzialità nella valutazione di conformità delle Dichiarazioni di natura non finanziaria che le imprese sono obbligate a produrre. Inoltre, abbiamo proposto che la Consob, in coerenza con la logica legislativa in materia di whistleblowing, tenga in considerazione le segnalazioni delle associazioni dei consumatori e dei risparmiatori, nonché del sindacato. Se lo si fosse fatto prima, forse non ci saremmo trovati di fronte ai dissesti bancari che sono costati un caro prezzo al paese”.