L’Arena, First Cisl sulle ex popolari venete, “no a ulteriori tagli”

“Sanpaolo accelera su fusione tra Bpvi e la Veneto. Integrazione anticipata a fine 2017. I sindacati: no ad ulteriori «tagli»”. così titola il quotidiano veronese L’Arena in un servizio dedicato al contesto delle ex popolari venete nel quale si riportano le dichiarazioni del segretario generale di First Cisl, Giulio Romani.

“L’integrazione delle due ex banche venete assorbite da Intesa Sanpaolo (Veneto Banca e Popolare di Vicenza) sarà anticipata da febbraio 2018 a dicembre 2017 – scrive L’Arena – in funzione del nuovo piano d’impresa. L’annuncio è contenuto in una lettera inviata a tutti i dipendenti di Intesa Sanpaolo dal responsabile della Banca dei territori Stefano Barrese e dal chief operating officer Eliano Lodesani, che spiegano la mossa con l’intenzione di avere una banca unita e forte già dal nuovo anno. La migrazione informatica delle due ex popolari avverrà nel week end dell’8-10 dicembre; dal giorno successivo, dunque, i clienti ex Veneto Banca e Popolare di Vicenza potranno accedere a prodotti, servizi bancari e opportunità commerciali di Intesa Sanpaolo, che attiverà un sistema interno di controlli per ridurre al minimo ogni tipo di rischio. «Sarebbe mostruoso se la vicenda delle banche venete, costata miliardi di euro ai contribuenti e danni incalcolabili a migliaia di famiglie e imprese, si concludesse con un nuovo tributo occupazionale nelle società escluse dal perimetro salvato da Intesa Sanpaolo. Al contempo, è sorprendente che il mandato conferito ai liquidatori da parte del Governo non abbia contemplato una preventiva azione di responsabilità nei confronti degli amministratori, pur essendo questa al vaglio dei commissari e nelle attese dei cittadini italiani». Così Giulio Romani, segretario generale di First Cisl, a seguito di un doppio incontro avuto dal sindacato con i commissari che si occupano della liquidazione coatta amministrativa di Popolare Vicenza e Veneto Banca. «Pur prendendo atto con favore dell’impegno dei commissari e delle possibili cessioni di alcune delle società delle ex banche venete, che chiediamo avvengano senza tensioni occupazionali, dobbiamo amaramente constatare che non sbagliavamo lanciando l’allarme sociale per il futuro dei lavoratori non transitati a Intesa. Siamo profondamente preoccupati, per esempio, per i dipendenti di Immobiliare Stampa, per i quali non sono individuate soluzioni successive».”