First Cisl sul Messaggero Veneto, ex popolari, portare il lavoro sul territorio

“Ex banche popolari 250 filiali da chiudere oltre mille esuberi” è il titolo con cui il Messaggero Veneto presenta la situazione nel perimetro di Popolare Vicenza e Veneto Banca in un ampio articolo nel quale vengono riportate le dichiarazioni di Mauro Incletolli, della segreteria nazionale di First Cisl.

“Sono 1.040 – scrive il quotidiano – le «adesioni all’esodo» da parte del personale delle ex banche popolari venete, BpVi e Veneto Banca. Ovvero 40 in più della soglia dei mille esuberi previsti dal piano di integrazione in Intesa Sanpaolo. Non dimenticando, però, che all’appello mancano le 3 mila eccedenze previste da Ca’ de Sass, sulle quali il confronto sarà avviato, tra azienda e sindacati, nelle prossime settimane”.

“La richiesta di Francoforte era di 600 chiusure di sportelli (su 900) delle ex Popolare di Vicenza e Veneto Banca – continua il Messaggero Veneto -, ma non è escluso del tutto che vi sia all’interno delle 600 chiusure anche qualche sportello di Banca Intesa. Se la scelta definitiva sulle filiali da chiudere non è ancora stata fatta, la scadenza prevede la soppressione di 250 filiali già dal 7 dicembre. Poi si proseguirà con un ritmo di 100-120 chiusure al mese. Il tutto si dovrebbe concludere con i primi mesi del 2018. «L’elenco deve ancora essere presentato ai sindacati, non possiamo escludere che alcune chiusure possano interessare anche filiali di Banca Intesa ha spiegato Mauro Incletolli della segretaria nazionale della First Cisl Sulle chiusure la trattativa comincerà dal 28 settembre e qui si discuterà anche del piano industriale, spostamenti e migrazioni». ricollocamento di quanti sono rimasti preoccupa i sindacati. C’è da trovare posto ai dipendenti delle filiali chiuse e quanti attualmente lavorano presso le ex sedi centrali in via Framarin e Vicenza e a Montebelluna. I sindacati hanno da tempo richiesto a Intesa Sanpaolo che in Veneto trovino posto gli uffici della banca online del gruppo milanese. «Noi affronteremo la questione con il presupposto di ridurre al massimo i disagi per i colleghi rimasti, in modo da portare più lavoro possibile sul territorio, per ridurre i problemi legati alla mobilità dei dipendenti», ha concluso Incletolli.”